A differenza della moda e del lusso, la cosmetica è resiliente all’altalena dei mercati. È quanto emerge dallo studio di EY ‘The luxury and cosmetics financial factbook 2016’, condotto a livello internazionale nel 2015 su 30 aziende quotate in Borsa, di cui 7 del beauty ( L’Oréal, Coty, Estée Lauder Companies, Beiersdorf, Shiseido, L’Occitane International, Natura Cosméticos). Mentre il lusso rallenta (cresce solo dell’1% a cambi costanti), la cosmetica continua la sua corsa, a un tasso di crescita mondiale del 3,9% (era 3,6% nel 2014) a cambi costanti (+10% a cambi correnti). Le aziende considerate hanno archiviato il 2015 con un fatturato aggregato di 203 miliardi di euro. La fetta maggiore è realizzata con lo skincare (36%), seguito da haircare (23%) e make-up (17%), mentre l’area geografica dove si genera il più grande giro d’affari è l’Asia Pacifico (36%), con il Nord America in seconda posizione (24%) e in terza l’Europa occidentale (20%). La spesa media in marketing e comunicazione è superiore nelle aziende cosmetiche (26,8%) rispetto alle imprese del lusso (6,7%).
Sul fronte M&A, le acquisizioni nel settore cosmetico sono state ben 35 nel 2015, completate in gran parte in Usa, e in misura secondaria in Francia e in Italia.
Il fenomeno dell’anno scorso è stato indubbiamente la crescita del make-up a livello mondiale, categoria che è avanzata del 16% nel canale selettivo e del 10% nel mass market. Bene anche le vendite online, che sono cresciute del 20%, arrivando a pesare il 6% dell’intero mercato beauty.
Per quanto riguarda il 2016, le previsioni del tasso di crescita medio (Cagr) per la cosmetica sono del 6,5%, con un ebitda del 18%, che è di tre punti percentuali inferiore rispetto a quello del lusso.