Sono 5 i camici rosa di talento, con un progetto nella ricerca, le vincitrici della 14esima edizione del premio L’Oréal-Unesco For Women in Science, consegnato lunedì durante una cerimonia all’università Statale di Milano, sotto gli occhi del ministro dell’Istruzione, università e ricerca Stefania Giannini che ha definito irrinunciabile il contributo delle donne alla ricerca sottolineando “la necessità di superare gli stereotipi e pregiudizi che ancora resistono”. Per le vincitrici, selezionate fra 320 candidature da tutta Italia, 5 borse di studio da 20 mila euro ciascuna.
“Oggi a livello mondiale, i ricercatori donna sono solo il 30% – ha dichiarato a Pambianco Tv Cristina Scocchia, amministratore delegato di L’Oréal Italia – e nemmeno un terzo del totale. Siamo ancora lontani dalla parità di genere nella scienza a causa di stereotipi e pregiudizi molto radicati. Come confermato da una ricerca della Fondazione L’Oréal dalla quale è emerso che il 70% degli italiani ritiene che le donne non possiedano le capacità necessarie ad accedere a occupazioni di alto livello in ambito scientifico. Con il programma L’Oreal Unesco per le Donne la Scienza vogliamo combattere questi pregiudizi, sostenere le giovani scienziate e portarle alla ribalta dell’informazione proponendole come modelli positivi in grado di incoraggiare altre donne ad intraprendere la stessa carriera”.
Il programma ‘L’Oréal-Unesco For Women in Science’ è stato lanciato nel 1998 con un obiettivo semplice: fare in modo che le donne fossero equamente rappresentate a tutti i livelli del mondo scientifico. “Abbiamo il triste primato di essere il Paese europeo con i maggiori pregiudizi al riguardo – ha continuato Scocchia – con il 33% delle donne che hanno fatto studi superiori scientifici che afferma di non aver ricevuto supporto dai professori contro il 19% degli uomini. Noi non vogliamo accettare questi pregiudizi, ma continuare a sostenere e ispirare le ricercatrici italiane”. Nei suoi 18 anni di attività il programma ha premiato 92 eminenti scienziate e sostenuto 2.438 giovani ricercatrici. Ciascuna a proprio modo, queste menti brillanti hanno concretamente contribuito a rendere il mondo un posto migliore. “La conoscenza ha il potere di cambiare il mondo e quella scientifica di renderlo più umano – ha aggiunto -. Oggi più che mai la scienza può offrire soluzioni e speranze. Ma ha bisogno del lavoro di tutti. I lavori presentati dalle vincitrici del premio, ne sono la prova, sono ricerche che ci aiutano a fare un passo in avanti per la nostra salute, il nostro ambiente, per il nostro futuro. Le donne possono cambiare il mondo ma hanno bisogno di mezzi”.
Per supportare ancora più fortemente questa causa è stato anche presentato il Manifesto For Women in Science. “Il documento – ha concluso l’AD – che rende esplicite le principali azioni necessarie a promuovere la reale eguaglianza tra uomini e donne nella ricerca scientifica, si articola in 6 punti fondamentali e ha già raccolto le firme e il sostegno di numerosi nomi illustri del panorama accademico scientifico nella consapevolezza, che i pregiudizi hanno origine nella mente degli uomini ed è lì, in primo luogo, che essi devono essere combattuti e sconfitti”.