Mentre i preconsuntivi 2015 di Cosmetica Italia fermavano a 9,7 miliardi di euro il fatturato delle aziende cosmetiche in Italia, i dati consolidati hanno superato la soglia a dieci zeri, registrando un valore della produzione di 10.030 milioni di euro, +6,6% rispetto al 2014. Questi dati finali sono stati comunicati dall’associazione di categoria all’interno di Cosmoprof Worldwide, salone dedicato alla bellezza organizzato da BolognaFiere in collaborazione con Cosmetica Italia, la cui quattro giorni si concluderà oggi, lunedì 21 marzo. Il rialzo definitivo dei ricavi è legato soprattutto all’export, che cresce del 14,3% a 3,8 miliardi di euro. Anno record, dunque, per la bilancia commerciale, che tocca quota 2 miliardi di euro.
Svolta importante anche per il sell-out: i consumi di prodotti di bellezza nella Penisola aumentano del 2,2% nel 2015, a 9,7 miliardi di euro, mentre precedentemente Cosmetica Italia ipotizzava un passo in avanti molto più debole del mercato interno che non raggiungeva il punto percentuale di incremento. Ne consegue che i consumi beauty in Italia hanno superato, l’anno scorso, il valore dei consumi registrato nel 2011 (9,6 miliardi di euro), anno in cui è iniziata la contrazione dello shopping di bellezza nel Belpaese. Sul lato distribuzione, si consolida ulteriormente il già evidenziato cambio di rotta della profumeria che, l’anno scorso, ha dunque messo a segno un +0,9% a 2.078 milioni di euro, primo dato positivo dopo anni di decrescita. Avanzano decisamente le erboristerie (+4,9%) a oltre 430 milioni di euro, a confermare l’attenzione dei consumatori nei confronti dei prodotti naturali. Le farmacie mettono a segno +1,5%, e crescono anche i drugstore, che sono conteggiati all’interno della grande distribuzione, per un totale di 3.900 milioni di euro (+2,5%). In forte ascesa le vendite dirette (+11,3%), mentre calano ancora acconciatori (-2,2%) ed estetiste (-3,3%). Per quanto riguarda i canali professionali, però, si prevede per il 2016 un rallentamento del calo di vendite, soprattutto per gli acconciatori. I saloni hairstyle continueranno cioè a perdere in fatturato, ma meno di prima, grazie all’incremento dei trattamenti: prima del 2008, le donne si recavano dal parrucchiere per la tintura una volta ogni 33 giorni, negli anni successivi hanno dilazionato la loro presenza fino a una volta ogni 45 giorni, mentre nel 2016 è atteso un incremento della frequenza dei trattamenti. L’e-commerce di prodotti di bellezza nel 2015 ha raggiunto quota 170 milioni di euro (+22%), un ritmo superiore a quello dell’intero shopping online italiano, che è cresciuto mediamente del 19 per cento.