Tutto pronto per la prossima edizione di Cosmofarma Exhibition in programma dal 5 al 7 maggio presso il quartiere fieristico bolognese. Il tema che farà da fil rouge ai numerosi approfondimenti in programma è “Interconnessioni sostenibili”, claim che pone al centro le due principali sfide per il futuro del settore farmaceutico: il digitale e la sostenibilità. Dai servizi e soluzioni per la farmacia, alla comunicazione digitale, dai farma-influencer nell’ambito della divulgazione online e social al ruolo del farmacista nel nuovo contesto sociale. “Dopo essere uscito vincitore dalla sfida del Covid – ha esordito Andrea Mandelli, presidente di Fofi, Federazione Ordini Farmacisti Italiani – mi aspetto una fiera partecipata, ricca di spunti per una professionalità, quella del farmacista, in continua evoluzione”.
Secondo la CEO’s Survey effettuata da PwC Italia, la maggior parte dei CEO (57%) intervistati, appartenenti a realtà del settore salute, individua proprio nel digitale il principale banco di prova per il futuro. In seconda posizione, la carenza di competenze di chi lavora nel settore (52%) legata ad un alto tasso di turnover e il cambiamento del consumatore (49%). Ultima, ma non meno importante, la transizione verso nuove fonti energetiche che il 18% degli intervistati ritiene davvero sfidante.
Importante, anche in risposta alla necessità di maggiori competenze, il ruolo formativo della manifestazione che, spiega Ivo Nardella, amministratore delegato di Bos, società organizzatrice della manifestazione, risponde con l’iniziativa Inside-Beside, che sarà presentata il 5 maggio ma si svilupperà nei mesi successivi: una nuova offerta formativa rivolta ai farmacisti che vedrà la partecipazione di due diversi profili di coach, Filippo Ongaro e Luca Mazzucchelli. Si unisce al commento Luigi D’Ambrosio Lettieri, presidente della Fondazione F. Cannavò, secondo il quale “la sfida più grande è proprio sulle competenze che devono evolvere così come la professione farmaceutica. Serve un aggiornamento costante”.
A proposito di formazione, saranno oltre 80 i convegni di scena in fiera, tra i quali Cosmetic Summit, previsto per sabato 8 maggio, presenterà le più recenti rilevazioni sull’andamento del pharmabeauty e avrà un doppio focus: la figura del farmacista come professionista della salute, consigliere, divulgatore e fornitore di servizi essenziali e l’analisi dei trend di settore, tra cui il ritorno alla clean beauty. “A Cosmofarma sono sicuro di trovare interessanti luoghi di discussione, anche in merito all’attuale tema dell’omnicanalità per studiare quale sia il posizionamento più adatto a questo approccio nel canale farmacia”, chiosa Marco Cossolo, presidente di Federfarma.
I dati preconsuntivi 2022 collocano il canale farmacia al terzo posto per consumi di cosmetici in Italia, dopo mass market e profumeria. Il valore dei cosmetici venduti in farmacia supera gli 1,9 miliardi di euro, in crescita del 4,6% rispetto al 2021; le stime per il 2023 prevedono un ulteriore incremento di 3,2 punti percentuali. Nel confronto tra 2019 (pre-pandemia) e 2022, risulta pressoché stabile il ranking di scelta dei cosmetici nel canale, con un rafforzamento del valore dei prodotti per la cura pelle.
Le categorie che si attestano nella top 3 del paniere di consumo 2022 di cosmetici in farmacia sono: cosmetici per la cura di viso e corpo (53,3%), prodotti per la detergenza (18,6%) e prodotti per la cura dei capelli e tinture (9,6%). Analizzando, invece, i trend più dinamici sui singoli prodotti venduti in farmacia, emergono le crescite a doppia cifra di protettivi labbra (+25,1% rispetto al 2021) e solari (+21,1% rispetto al 2021); sfiora, invece, il 10% l’incremento dei collutori. Sinonimo di un ritorno alle abitudini pre-Covid è il calo di coloranti e spume colorate (-5,6%), esfolianti e maschere viso (-6,5%) e rassodanti e zone specifiche (-9%).
A fronte di previsioni positive per il settore, con una stima di crescita anche per il 2023, serve ora “investire nel consolidamento del ruolo del farmacista che si è rivelato estremamente resiliente nel triennio pandemico”, conclude Eugenio Leopardi, presidente Utifar, che fa notare, però, come per investire serva anche “una sostenibilità economica. Quando si entrerà in quest’ottica simil-industriale, si potranno fare passi avanti”.