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Il nuovo trend è  la circular beauty

Amarey

Il nuovo trend è la circular beauty

by Chiara Dainese
2 Febbraio 2023

l fianco di prodotti bio e cruelty free, si fa strada un nuovo approccio che potrebbe contribuire in maniera significativa a ridurre gli spechi del cibo apportando benefici sia alla nostra pelle che all’ambiente.

L’attenzione per il bene del Pianeta è, per il mondo della bellezza, una tematica importante. Ma si può fare sempre meglio e sempre di più per il pianeta, e oggi il beauty vuole andare oltre, proponendo non più solo imballaggi ottenuti da materiali di scarto ma anche formulazioni con ingredienti ricavati da rifiuti vegetali e agricoli. Gli inglesi lo chiamano circular beauty o upcycling beauty ovvero riutilizzare, riciclare non solo plastiche e carta per il packaging dei cosmetici, ma anche le materie prime da inserire in creme e make-up. A fare l’elenco delle case cosmetiche che stanno puntando sugli ingredienti ricavati da scarti alimentari è il nuovo a cura di Fact MR, società di ricerche di mercato globali.
“Il mercato dei prodotti di bellezza circolari dovrebbe raggiungere un valore di 2,3 miliardi di dollari entro la fine del 2022 e, nei prossimi dieci anni, aumenterà di 1,7 volte raggiungendo i 2,9 miliardi di dollari – spiegano gli analisti in una nota -. Si prevede che le vendite mondiali dei cosmetici cosiddetti ‘circolari’ aumenteranno del 5,8% dal 2022 al 2032 e raggiungeranno un mercato di 4,2 miliardi di dollari. Se negli Stati Uniti il fenomeno interessa il 28,2% del totale dei prodotti beauty venduti ed è destinato a crescere del 5,5% arrivando a raggiungere gli 1,1 miliardi di dollari entro il 2032, chiari segnali di interesse arrivano anche dall’Europa, Francia in testa. In Europa il 33.5% del totale dei prodotti di bellezza deriverà dagli avanzi di cibo”. Anche perchè all’interno dell’ultimo Food Waste Index Report 2021 delle Nazioni Unite, Inger Andersen, direttore dell’Environment Programme dell’Onu ha scritto chiaramente che “se la perdita e lo spreco di cibo fosse un Paese, sarebbe la terza fonte di emissioni di gas serra. Nel 2019, sono stati generati circa 931 milioni di tonnellate di rifiuti alimentari, elaborati e non, e il rapporto Fao sullo stato dell’agricoltura stimava che circa il 14% della produzione globale veniva persa durante le fasi della catena di approvvigionamento”. Non solo. Se entro il 2050 la popolazione mondiale raggiungerà i 9,7 miliardi, sarà essenziale ottimizzare l’uso delle risorse alimentari, dalla produzione ai rifiuti. E in questa direzione, l’upcycling cosmetico potrebbe essere una risorsa da non sottovalutare anche perché il 2022 è stato l’anno del riciclo come parola d’ordine, e l’elenco dei brand della cosmesi che hanno sposato questa filosofia della bellezza circolare si è allungata veramente di molto.

SCARTI PER BELLEZZA

Alcune aziende puntano direttamente a contattare fornitori locali e a riciclare i prodotti alimentari di scarto per consumo edibile, ma che possono essere ancora ricchi di proprietà cosmetiche. Ad esempio, dalla frutta secca è possibile ricavare oli essenziali, mentre da scarti di cacao e di caffè possono essere ottenute maschere e scrub. Andrea Dominique, Jaqueline e Micaela Illy, sorelle della quarta generazione del marchio triestino di espresso, hanno deciso di valorizzare proprio gli ingredienti della pianta di caffè non utilizzati dal settore food & beverage: gli estratti dal chicco, dal fiore e dalla pergamena argentea hanno infatti ottime proprietà antiossidanti, riparatrici e rigeneranti. Al mondo beviamo più di 2.25 miliardi di caffè al giorno, ma solo il 10% della ciliegia del caffè viene utilizzata per produrre la bevanda. Amarey lavora sul restante 90%, ricca di fotochimici che promuovono la salute. Il caffè è infatti una delle risorse più antiossidanti disponibili in natura. Anche i packaging esterni sono realizzati in silverskin, detta anche pergamena del caffè, data da residui di cellulosa dalla tostatura.

Un altro brand che predilige il recupero di materiali organici di scarto per la realizzazione dei prodotti per la cura della persona è Bioclin, il marchio di dermocosmesi green di Istituto Ganassini. La conversione di rifiuti alimentari in prodotti di bellezza sostenibili è l’obiettivo delle linee Bio-Essential Orange e Bio-Hydra di Bioclin. Insieme alla Fondazione Slow Food per la Biodiversità Onlus vengono infatti recuperate materie prime di scarto derivanti dal settore alimentare, in particolare quello di succhi di frutta. Il processo dell’upcycling permette di evitare sprechi e di dare nuovo valore ai materiali, salvaguardando il pianeta. I prodotti in ottica upcycling di Bioclin utilizzano formulazioni biodegradabili e attivi naturali, allo stesso tempo i packaging sono realizzati con materiali riciclati e nuovamente riciclabili. “Ci impegniamo da sempre a essere un’impresa sostenibile ed etica – dichiara Vittoria Ganassini, responsabile CSR di Istituto Ganassini –  consapevoli della responsabilità delle nostre azioni nel contesto in cui operiamo. Per la nostra azienda diventare Società Benefit è stata un’evoluzione naturale, un modo per riaffermare gli obiettivi ambiziosi che ci siamo posti negli ultimi anni per la riduzione dell’impatto dei processi produttivi sia sulle persone che sull’ambiente e sul territorio. Siamo convinti che un’impresa non possa essere fine a sé stessa, ma debba generare un impatto positivo su tutto ciò che la circonda. Da questa riflessione sono nati il codice etico, il bilancio di sostenibilità e la volontà di diventare una Società Benefit”.

Tra le ultime novità, va citato anche l’utilizzo di sostanze dermo-nutrienti estratte dai semi e dalle bucce di mela del nuovo Balsamo del Frutteto per il corpo di Yves Rocher. “Con le mele 100% provenienti dall’upcycling – riporta una nota di Yves Rocher – recuperiamo i residui di mela in collaborazione con una cooperativa di produttori di sidro. Abbiamo voluto garantire un approvvigionamento di Mele Bio il più virtuoso possibile con mele pressate a soli 50 chilometri dai nostri stabilimenti di produzione. In questo modo promettiamo qualità, trasparenza e completa tracciabilità delle nostre mele”. Le tecnologie di estrazione innovative di Yves Rocher hanno permesso di distinguere e mettere a punto 3 principi attivi innovativi e brevettati:  l’Estratto di mela, particolarmente ricco di zuccheri e polifenoli, essenziale nella protezione della pelle, l’Olio di mela, ricco di acidi grassi, essenziale per rafforzare la barriera cutanea e il Succo di mela, che contribuisce al mantenimento dell’idratazione della pelle.

E non è tutto. Cecilia Garofano founder, nel 2015, del brand Teaology, ha messo a punto un innovativo brevetto che sostituisce completamente con l’infuso di tè l’acqua. “Nelle nostre formule – sottolinea Garofalo – utilizziamo ingredienti da fonti rinnovabili perché le risorse naturali sono limitate e vanno preservate. Il Tè che utilizziamo per produrre i nostri infusi proviene da fonti rinnovabili e da Paesi in cui la coltivazione e la raccolta sono rispettosi dell’ambiente, della biodiversità e dei lavoratori. Scegliamo i tè delle migliori qualità e di accertata certificazione biologica.  Noi di Teaology abbiamo creduto in un modello di cosmetica a impatto positivo e oggi per questo impegno abbiamo ottenuto la certificazione B Corp che è un traguardo di cui siamo orgogliosi e un punto di partenza sulla strada di un cambiamento di cui facciamo parte”. Teaology oltre ad essere certificata B Corp, è diventata Società Benefit ribadendo, anche formalmente all’interno del proprio statuto, l’impegno a operare non solo per il profitto ma per il bene della comunità.

E non solo. Per riequilibrare corpo e mente in modo green, Fonteverde Lifestyle & Thermal Retreat, il resort termale di Italian Hospitality Collection immerso tra le colline della Val D’Orcia, a San Casciano dei Bagni, propone il programma ‘Total Green’ basato su purificazione, sostenibilità e biodisponibilità dove la cromoterapia e i poteri salutari di erbe, frutti e prodotti vegetali della natura toscana diventano i protagonisti aiutando a ritrovare armonia tra corpo, mente e ambiente. 

IN VINO VERITAS

È dal 1995 che Mathilde Thomas, founder di Caudalie, per le sue creme antiossidanti recupera, estraendoli dai vinaccioli scartati dalla vendemmia delle tenute di famiglia vicino a Bordeaux, i polifenoli, sostanza che vale 761,9 milioni di dollari nel mercato globale del beauty, con un tasso annuo di crescita del 3,5% previsto entro il 2026, secondo un recente studio di Transparency Market Research. Oggi la strada del brand francese è seguita da altri, tra cui l’esordiente Brad Pitt con il suo nuovo marchio Le Domaine a base di ingredienti riciclati, con metodi eco-compatibili, dall’uva. “Si tratta di imitare i cicli organici della natura, la sua bellezza originale”, ha dichiarato lo stesso Pitt in un post su Instagram. In particolare nei prodotti creati per la pelle del viso di uomini e donne si concentrano estratti di semi di uva Syrah e Grenache, due vitigni a bacca rossa che vengono coltivati a Château Miraval. I prodotti hanno formule vegane e oltre il 96% di ingredienti di derivazione naturale oltre ad unpackaging realizzato con vetro e tappi di rovere tagliato dagli scarti delle botti di vino della Famille Perrin. 

Restando in Italia anche Barò Cosmetics nasce da principi ispiratori legati all’economia circolare: ogni anno recupera 1000 kg di vinacce destinate allo smaltimento e le reimmette nel ciclo produttivo. I semi e le bucce dell’uva biologica coltivata a Barolo, dopo il processo di pigiatura e torchiatura, conservano ben l’80% dei polifenoli dell’acino, una miniera d’oro. La varietà delle sostanze antiossidanti presenti in questa materia prima stupisce per la ricchezza e per la concentrazione. La natura però va aiutata nel trasformarsi in altro, questo ha fatto Barò Cosmetics alle porte di Alba, la capitale delle famosissime Langhe, sviluppando 100 prodotti di bellezza frutto di attenzione, sostenibilità e della scelta di un processo estrattivo all’avanguardia per tutelare le preziose molecole e avere il minimo impatto sull’ambiente. La materia prima è completamente naturale e derivata da agricoltura biologica, per questo ha due funzioni preziose: pro-age per proteggere la pelle dell’invecchiamento, e antiage per aiutarla a rigenerarsi. “Ci piacerebbe che ogni volta che si apre un prodotto di bellezza, non si pensi solo agli effetti cosmetici per i quali è realizzata, ma a come è pensata per essere sicura e sostenibile per il pianeta – ribadisce Alberto Toppino co-fondatore e CEO -. Non basta bandire alcool, vaselina, parabeni, siliconi, petrolati, iodio e derivati animali… bisogna andare oltre!”.

Ha un approccio zero waste anche il Rossetto Puro di Collistar, formulato con estratto di uva di Aglianico (levigante e idratante) proveniente dagli scarti di produzione dei vigneti di Sant’Agata de’ Goti, una piccola cittadina nei dintorni di Benevento dove il prodotto ha il più alto livello di classificazione (DOCG). Nello specifico, vengono riscattate, quindi lavorate, le vinacce eliminate dopo la pigiatura ma ancora ricche di polifenoli dalle proprietà antiossidanti. In questo modo si ottengono tre benefici: si favorisce l’economia circolare, per un approccio “zero waste”, indispensabile per la salvaguardia dell’ambiente; si supporta l’economia locale, sia rurale che industriale (è un’azienda del territorio a trasformare la materia prima in ingrediente); infine, si rigenerano le labbra. L’estratto di uva di Aglianico stimola, infatti, la sintesi di acido ialuronico e l’azione riparatrice e di barriera, e migliora l’idratazione delle labbra.

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