Ricavi in crescita ma redditività in flessione nel primo semestre per Givaudan. La multinazionale ginevrina, numero uno al mondo nel settore degli aromi e dei profumi, ha visto l’utile netto scendere dell’8,5% rispetto al primo semestre dello scorso anno, a 440 milioni di franchi svizzeri (pari a circa 443 milioni di euro), nonostante gli aumenti di prezzo messi in atto per compensare l’inflazione delle materie prime, dei costi di trasporto e dei costi energetici.
Il fatturato, per contro, è aumentato del 6,2% al netto degli effetti valutari e delle acquisizioni e dell’8,3% convertito in franchi svizzeri, a oltre 3,6 miliardi di franchi. Questa cifra supera di poco le previsioni degli analisti intervistati dall’agenzia svizzera AWP, che si aspettavano una media di 3,5 miliardi di franchi. L’utile, invece, è al di sotto delle aspettative, che prevedevano 472 milioni di franchi. A pesare sui profitti è stato “l’aumento dei costi – spiega il CEO Giles Andrier -. L’azienda è comunque fiduciosa di poter in futuro spostare oneri supplementari sui clienti, attraverso aumenti di prezzo”.
Più nel dettaglio la divisione del gruppo specializzata in fragranze e ingredienti per prodotti di bellezza ha registrato un incremento delle vendite del 4,7% senza effetti cambio e acquisizioni, grazie a un importante aumento dei volumi delle fragranze prestige e le vendite della fine parfumery sono aumentate del 17,9% nel primo semestre.
Come d’abitudine il gruppo rinuncia a fornire indicazioni concrete sul prosieguo dell’esercizio. Vengono comunque confermati gli obiettivi di medio termine, che sostengono una crescita organica del fatturato del 4-5% all’anno.