Il player italiano delle farmacie, controllato dal fondo francese antin infrastructure partners, punta al miliardo di euro entro i prossimi 3-4 anni grazie allo sviluppo della cosmetica, che ora vale il 6%, ma ha grandi potenzialità di crescita.
Hippocrates Holding è il principale Gruppo italiano di farmacie con 1500 dipendenti. Il Gruppo è stato fondato nel marzo del 2018 da Davide Tavaniello e Rodolfo Guarino, co-CEO di Hippocrates Holding. Fin dalla sua creazione Hippocrates ha approcciato il settore farmaceutico con una logica industriale di lungo periodo favorendo la crescita delle proprie farmacie attraverso investimenti, competenze e una solida rete di relazioni. L’ingresso nel febbraio 2021 di Antin Infrastructure Partners come partner strategico di lungo termine ha consentito al Gruppo di consolidare ulteriormente il proprio importante percorso di crescita. Ha parlato delle strategie e degli obiettivi futuri Davide Tavaniello, co-founder e co-CEO di Hippocrates Holding, gruppo che procede a un ritmo di dieci acquisizioni al mese ed è già arrivato a circa 300 farmacie.
Con Lafarmacia. Hippocrates promuove la diffusione di un modello di farmacia basato sul concetto di primo presidio territoriale. Com’è nata l’idea di creare una rete di farmacie?
Un po’ per caso. C’è stato un cambio regolatorio nell’agosto 2017 con il ddl concorrenza, sia io che l’altro co-fondotore, Roberto Guarino, eravamo molto incuriositi e abbiamo iniziato a studiare cosa fosse accaduto in altri Paesi, tra cui la Svezia. Siamo stati molto fortunati perché abbiamo trovato anche il capitale per poter realizzare quest’iniziativa: 35 famiglie che hanno creduto in quest’idea.
Oggi a che punto siete arrivati?
Oggi siamo arrivati a 300 farmacie di proprietà, di cui 230 di fatto già nostre e altre in via di acquisizione nei prossimi mesi. Tendenzialmente contiamo dieci ingressi al mese, anche perchè sarebbe davvero molto complicato riuscire a integrarne di più. Stiamo parlando di un gruppo che quattro anni fa non esisteva e nel 2022 probabilmente raggiungerà i 500 milioni di ricavi annuali. Dal 2022 il focus sarà proprio sul progetto industriale, per diventare riconoscibili anche a livello B2C. In termini di fatturato invece, puntiamo a raggiungere un miliardo di euro entro i prossimi tre-quattro anni.
Rispetto all’inizio è più facile acquisire le farmacie?
Abbiamo sicuramente aperto un’opportunità nel canale. Infatti ci sono tante realtà come Hippocrates sul mercato che cercano di replicare il nostro modello. Noi abbiamo un progetto industriale molto strutturato con sinergie chiare che altri forse non hanno ancora. Cresciamo per vie inorganiche, come ho detto, con acquisizioni di farmacie, ma anche con il miglioramento della performance operativa cioè con una crescita organica derivata da una migliore execution in farmacia e all’implementazione delle sinergie operative che un gruppo come il nostro è in grado di sviluppare.
Quali sono i primi step che mettete in atto quando acquisite una farmacia?
Partiamo dal gestionale, poi pensiamo all’attività formativa, all’assortimento, alle category di prodotto e infine al layout espositivo. Nel frattempo individuiamo un eventuale direttore tecnico.
Quanto pesa oggi la dermocosmesi fra le categorie di prodotto?
Oggi la dermocosmesi pesa circa l’11% del nostro fatturato commerciale e puntiamo a una crescita significativa della categoria. É infatti un’area di grande focus per il futuro perchè è una categoria che fidelizza molto il cliente.
Cosa farete per aumentare questa quota?
Sicuramente punteremo per crescere sulla formazione del farmacista e su partnership con brand in esclusiva con l’obiettivo di aumentare il fatturato di circa 5 punti percentuali nei prossimi tre anni.
Per la distribuzione è sempre più importante avere anche una private label. Che progetti avete su questo fronte?
Abbiamo lanciato la nostra private label che si chiama lafarmaciapunto formata da 35 referenze di integratori e da una linea di igiene e dermocosmetica con 25 referenze. Siamo partiti dagli integratori perchè è una delle categorie più vicine al mondo dei farmacisti. Abbiamo realizzato circa 4 milioni di euro di sell-out il primo anno e ora puntiamo a 12 milioni.
Amplierete ancora questo brand a categorie come il make-up?
Il make-up è una categoria molto difficile da gestire in farmacia, mentre invece stiamo riflettendo nell’introdurre una linea di haircare che nel canale farmacia ha oggi un importante potenziale opportunità di crescita. Riguardo al make-up, pensiamo più a creare partnership più strette con aziende del settore.
Quanto potrebbe pesare la private label da qui a tre anni?
Abbiamo piani strategici molto chiari e ci piacerebbee arrivasse a pesare circa il 10% del commerciale, ovvero il 5% del fatturato. Ora vale il 2,5%, quindi si tratterebbe di un raddoppio nei prossimi tre anni.
Avete anche comprato un sito di e-commerce…
Sì, si tratta di Top Farmacia, un operatore che compete nel nostro stesso mercato. Di fatto lo abbiamo acquisito proprio perché ci siamo resi conto che il consumatore necessita non solo dell’acquisto in farmacia, ma è sempre più omichannel.