Le catene di profumerie italiane mantengono un buon passo di marcia nel 2019. Secondo lo studio Pambianco sui fatturati dello scorso anno, le prime 10 realtà registrano un +9%. Sul podio resta Douglas Italia.
di Chiara Dainese
Le catene di profumerie in Italia continuano a correre nel 2019, con una marcia in più rispetto al 2018. Le cifre elaborate da Pambianco, infatti, mettono in luce uno scenario all’insegna della crescita che, seppur moderata, è maggiore dell’anno precedente. Nel 2019, le prime 10 realtà presenti sul territorio italiano hanno realizzato ricavi per oltre 404 milioni di euro, in crescita del 9% sul 2018. Dal totale è stata esclusa Douglas Italia in quanto con i propri dati avrebbe distorto i risultati del campione perché ha aggregato il fatturato della catena acquisita Limoni La Gardenia. Nel dettaglio, quasi tutte le catene prese in esame dallo studio (8) hanno chiuso il 2019 con un aumento di fatturato. Per 4 di queste si è trattato di un incremento a doppia cifra (Douglas Italia, Pinalli, Carlotta e G.F. Retail).
In questa classifica non è stata considerata la catena Sephora di proprietà di Lvmh, che non ha un bilancio proprio, ma secondo le stime di Pambianco, il suo fatturato in Italia dovrebbe avvicinarsi alla barra dei 250/300 milioni di euro. In ogni caso, la classifica delle top italiane suggerisce alcune riflessioni vista anche la situazione attuale del settore colpito dalla pandemia di Coronavirus. Molte profumerie oggi stanno investendo o hanno investito sul digitale, non solo implementando l’e-commerce ma anche ristrutturando il retail in un’ottica di omnicanalità con l’obiettivo di creare continuità tra online e offline. Altre hanno sviluppato diversi modelli di business, legandosi alle aziende con nuovi format, e altre ancora hanno puntato sui servizi per potersi proporre al cliente in chiave consulenziale. “Nel 2019 siamo cresciuti bene – sottolinea Carlo Rossi, amministratore unico di Rossi Profumi – perché ci siamo concentrati ancora di più su quello che sappiamo fare meglio, servizio al cliente, qualità nella consulenza e nella proposta. Sappiamo creare nella clientela il desiderio di stare meglio e di curarsi con prodotti e marchi di alta qualità: diamo valore vero ai clienti che continuano a sceglierci e a premiarci. Inoltre a fine novembre 2019 abbiamo acquisito i negozi della famiglia Pini. È stata un’integrazione molto veloce e di successo, la nostra squadra ha lavorato in modo eccezionale e abbiamo trovato un personale competente e motivato, felice del nostro ingresso. L’acquisizione nella fine dell’anno è stata un driver di crescita”.
SVOLTA DIGITAL
Uno dei principali obiettivi delle catene di profumerie è offrire servizi innovativi e ad alto valore aggiunto per essere più performanti, innovativi e capaci di generare più soddisfazione nelle persone. Attualmente la digital transformation è ormai centrale nel mondo della cosmesi, nel beauty e nel retail.
“La community online di Allscent – dichiara Enzo Annunziata, CEO di Carlotta – è in continua crescita sui maggiori canali social. Dal mese di febbraio 2019 a luglio 2019 è stata rilevata una crescita costante dei due account social di riferimento: Instagram +50% del numero di follower; Facebook +20% aumento dei like sulla pagina. Obiettivo principale della crescita dei canali, e della brand awareness nei confronti dei clienti, è l’atterraggio sull’e-commerce Allscent, la piattaforma di vendita ufficiale del beauty store, su cui il brand sta spostando la sua attenzione”.
Il concept delle Profumerie Allscent nasce nel 2012 grazie all’idea di Vincenzo Annunziata, già fondatore del network Profumerie Carmen, ceduto nel 2000 al gruppo Sephora. “AllScent guarda al futuro investendo in nuove aperture, strizzando l’occhio alla tecnologia e fondendo sempre di più digital e offline. Internet, lo shopping online e i socials sono strumenti su cui stiamo facendo investimenti, aggiungendo sempre nuovi servizi e features”, prosegue Annunziata.
È della stessa opinione anche Carlo Rossi. “Sicuramente ci sarà un’accelerazione verso il digitale, ma tra la vendita instore e la vendita online prevarrà ancora il negozio. L’abbiamo testato con il lockdown. Non appena è finito, è ripresa una gran voglia dei consumatori di tornare alla relazione e all’esperienza in negozio. La chiave sarà essere vicini ai clienti, sempre, accompagnarli nelle loro scelte”, sostiene l’amministratore unico.
Ma non solo. Anche la catena Douglas integrerà in futuro negozi online, marketplace e shop in una piattaforma di bellezza basata su dati, concentrando così la sua strategia di crescita sul digital beauty retail. “I negozi – riporta una nota di Douglas – non solo offrono consulenza, esperienza e servizio, ma attirano anche nuovi clienti per il business online. In questo modo, il divario tra i due canali si ridurrà gradualmente. Attraverso programmi mirati, i negozi sono anche direttamente coinvolti nel successo dell’e-commerce, ad esempio acquisendo nuovi clienti per l’app. I negozi sono collegati in rete con le operazioni di e-commerce attraverso servizi digitali come click & reserve o click & collect”.
2020 IN CHIAROSCURO
La pandemia ha causato effetti negativi sulle imprese che prevedono cali attorno al 10%-20% dei ricavi per fine 2020.
“Stiamo monitorando continuamente gli andamenti e facciamo ipotesi di scenari
diversi. Abbiamo chiuso durante il lockdown, ma ci siamo organizzati per riaprire il prima possibile, i primi negozi dal 7 aprile e poi tutti gli altri di seguito nel giro di una settimana. Il nostro magazzino è sempre rimasto aperto per le consegne a domicilio e abbiamo completato l’e-commerce che è operativo da maggio. Da giugno i consumi sono ripresi molto bene. Nei prossimi mesi siamo pronti a servire la clientela a 360 gradi, in negozio, a domicilio e online. I conti li faremo a fine anno, in base a come andrà il Natale”, prosegue Rossi.
Il Covid 19, infatti, non solo ha portato a lunghi periodi di lockdown in Italia ma ha anche cambiato radicalmente l’approccio al consumo di alcune categorie di prodotti. In ogni caso i principali retailer non si fermano e continuano ad investire anche in nuovi punti vendita. “AllScent si pone continuamente nuovi traguardi da raggiungere per rafforzare la propria brand identity e per migliorare l’esperienza d’acquisto dei suoi clienti. Trai i vari obiettivi, c’è il raggiungimento dei 50 punti vendita entro il 2022 e l’elaborazione di nuove esperienze sensoriali e di innovazione tecnologica”, conclude Annunziata.