Aprono oggi i saloni di bellezza secondo il decreto legge 17 maggio. Torna in attività almeno il 70% dei 95mila parrucchieri italiani, che dovrebbe arrivare all’80% di riaperture secondo le stime di Cosmetica Italia. Intanto rimane l’incognita di alcune regioni che non hanno ancora emesso l’ordinanza che disciplina le linee guida nazionali, per cui, oggi si riapre seguendo sostanzialmente le indicazioni del Governo: un metro di distanza tra le postazioni, mascherina per operatore e cliente nel caso in cui la distanza sia inferiore a un metro, dispositivi Ffp2 e visiere (solo per l’operatore) per rischi specifici della mansione, e altro.
Linee guida che sollevano alcuni dubbi: la mascherina tradizionale con elastici dietro alle orecchie permetterà all’operatore di fare il taglio? Il colore e altri trattamenti non la ‘sporcano’? E soprattutto non c’è un modo per prevenire l’impatto ambientale di dispositivi usa e getta? Proprio per risolvere questi dubbi, alcuni saloni stanno studiano brevetti ad hoc. Aldo Coppola, ad esempio, ha predisposto un protocollo di sicurezza grazie all’esperienza dell’atelier di Lugano che ha riaperto lo scorso 27 aprile. “Protocollo che – afferma Federica Coppola, brand manager della catena di saloni professionali – noi presentiamo come un modello di sicurezza ideale e che crea anche un minore impatto ambientale”. Oltre a sanificazione, misurazione temperatura, e altre misure previste anche dalle linee guida nazionali, per quanto riguarda la mascherina del cliente, Aldo Coppola ha predisposto una versione bioadesiva termocompatibile, senza elastici, che potrà essere in carta riciclata e riciclabile oppure in tessuto riutilizzabile (e quindi rimane alla cliente) con ganci che si staccano e riattaccano. Invece, per quanto riguarda la mascherina dell’operatore (che sarà posizionata sotto una visiera in plexiglass), la catena ha brevettato una nuova tipologia, senza limite di utilizzo, cioè lavabile e riutilizzabile per sempre, realizzata in carbonio e poliestere, classificata come dispositivo medico classe 1. Il protocollo prevede anche distanziatori in plexiglass tra i lavateste.
Per avere un’idea, il salone Aldo Coppola di CityLife a Milano, che comprende 12 postazioni e una cabina, può ospitare contemporaneamente 7 clienti, perché lavorano 6 postazioni. “Siamo aperti dalle 9 alle 21 – aggiunge Federica Coppola – e prevediamo 40 clienti al giorno, su appuntamento. Circa il 50% in meno dell’afflusso che avevamo in fare pre-Covid. Però è un calo che si potrà parzialmente recuperare perché la presenza sarà costante su tutta la settimana, mentre prima alcuni giorni erano poco frequentati dalla clientela”.
Tutto il comparto, tra canale e aziende professionali, è soddisfatto dell’anticipo della riapertura, che era prevista inizialmente per l’1 giugno 2020. Federico Pegorin, AD di Pettenon Cosmetics, afferma: “Siamo molto soddisfatti che anche la categoria degli acconciatori possa ritornare operativa: i nostri clienti erano pronti da qualche settimana con tutti i dispositivi necessari per offrire la massima sicurezza in salone e ora hanno una gran voglia di riaprire le porte alle proprie clienti. Come azienda siamo stati loro vicini, sia fornendo pacchetti chiavi in mano di prodotti igienizzanti, sia strumenti protettivi come mascherine o visiere. Abbiamo condiviso anche una guida con consigli e raccomandazioni per un inizio organizzato e proficuo. Ora siamo a loro fianco in quello che sarà un nuovo modo di vivere l’esperienza in salone.” Gli fa eco Davide Bollati, presidente di Davines, che sottolinea come, insieme ai centri estetici, la filera comprenda 130mila saloni e 300mila addetti: “Il settore ha già subito gravi danni economici in seguito alla chiusura, e i centri sono costretti a ridurre la loro produttività per garantire la sicurezza. E’ necessario sbloccare il settore, perché lavorando su appuntamento e con distanze minime tra le postazioni, con tutte le strumentazioni di sicurezza, si allungheranno i tempi, aumenteranno i costi e si ridurrà la produttività. La sfida sarà un maggiore efficientamento. E poi c’è il problema degli extra-costi: saranno scaricati sui clienti? Ma, con la crisi economica in atto, difficilmente le persone potranno sopportare un prezzo maggiore per andare dal parrucchiere”.