volano i valori delle aziende quotate sui listini internazionali che, nel 2019, hanno registrato performance migliori rispetto al 2018. in particolare, i mercati europei hanno soddisfatto (quasi) tutti.
di Vanna Assumma
I listini, l’anno scorso, hanno brindato alla bellezza. Tante, infatti, le aziende cosmetiche quotate sulle principali piazze internazionali che hanno riportato rialzi a doppia cifra, con addirittura un ‘goal’ a tre numeri di Avon Products, il cui titolo ha registrato nel 2019 un +263,1%, portando a casa una capitalizzazione di 2.232 milioni di euro. Rispetto al 2018, quando il ranking per crescita elaborato da Pambianco sulle 20 principali aziende beauty quotate ha registrato una metà in aumento e l’altra in calo, nel 2019 invece, ben 14 società hanno cavalcato la Borsa con forti progressioni del titolo, e solo 6 aziende hanno perso valore. Analizzando il ranking 2019 e confrontandolo con quello precedente, si nota anche che l’aumento delle azioni negli ultimi 12 mesi riporta percentuali molto alte, di gran lunga superiori alle crescite registrate nel 2018. Stesso discorso vale per i titoli in calo, che nel 2019 retrocedono comunque con percentuali inferiori rispetto ai ‘crolli’ del 2018. Insomma, l’anno scorso le aziende in Borsa hanno performato più che bene.
Rimane tuttavia la clamorosa assenza dell’Italia dai listini mondiali del beauty, assenza quasi ingiustificata perché la Penisola è uno dei principali produttori di make-up al mondo e alcune aziende tricolori hanno le carte in tavola per sbarcare a Piazza Affari, come è dimostrato dall’analisi leQuotabili presentata nelle pagine precedenti.
TUTTI SOTTOSOPRA
Continuando ad analizzare il ranking, si nota un forte dinamismo sui mercati finanziari. Le aziende cioè hanno modificato la loro posizione in modo netto. Il capolista nel 2019, come già detto, è Avon Products, che l’anno precedente si trovava invece nella 14esima posizione, seguito dal ‘numero due’ Jacques Bogart, che nel 2018 era in 16esima fila. Grandissimo scatto quello di Coty, che nel 2019 si trova terzo nel podio, rimontando dal 19esimo gradino dell’anno precedente. Continuando a scendere, si nota che quasi tutte le 20 aziende hanno cambiato posizione. E alcuni dei ‘primi’ del 2018 sono passati tra gli ultimi: Interparfums, che era il capolista, è sceso al 13esimo livello, e Revlon è passato dal rank 4 al rank 16. Si conferma invece sempre al 20esimo posto Alès Groupe, che dimezza però la perdita in Borsa nel 2019, con un calo del titolo del 37,2%, mentre l’anno precedente sfiorava il -70 per cento.
BENE EUROPA, USA ALTALENANTE
Facendo invece una ‘lettura’ della classifica di Pambianco dal punto di vista geografico, i listini europei hanno performato bene (e meglio del 2018, quando quelli di Parigi e di Francoforte hanno riportato segni negativi). Invece, nel 2019, le transazioni nei mercati del Vecchio Continente hanno generato forti incrementi di valore per tutti i titoli, tranne il solo caso di Alès Groupe quotato a Parigi, le cui azioni permangono in calo. In Europa, inoltre, si nota il ‘colpo’ messo a segno da Jacques Bogart, le cui azioni in Francia sono cresciute a valore del 93%, recuperando il crollo del 37% registrato nel 2018. Svolta a Francoforte per Symrise, che nei 12 mesi trascorsi ha messo a segno +43,4%, mentre nel 2018 il titolo scendeva del 7,5 per cento. Recupera da un segno negativo a uno positivo anche Beiersdorf, anch’esso quotato a Francoforte, il cui valore in Borsa sale del 17%, mentre nel 2018 aveva perso il 4,5 per cento. Corre Givaudan sui listini di Zurigo, con un titolo che chiude l’anno a +35,8%, mentre nel 2018 si era fermato a +1,7 per cento. I mercati della capitale francese premiano infine L’Oréal, che ha chiuso l’anno scorso con un valore in crescita del 34,4% mentre nel 2018 l’aumento era stato del 12,5 per cento. Del resto, L’Oréal ha riportato sui mercati reali tutti gli indici in crescita nei 9 mesi archiviati lo scorso 30 settembre. Le vendite del colosso francese hanno raggiunto 21,99 miliardi di euro nei 9 mesi (+7,5% like-for-like). La divisione Luxe è stata quella con le migliori prestazioni, in aumento del 17,7%, cui ha fatto seguito la divisione Active Cosmetics, con un fatturato in aumento del 15,4%, mentre la unit Consumer Products resta il polo più grande con un fatturato che ha raggiunto i 9,53 miliardi di euro (+6%) nei nove mesi 2019. La divisione dei prodotti professionali è avanzata del 5,4 per cento.
Passando alla Borsa di New York, a Wall Street sono il top performer è Avon Products, che lo scorso maggio è stato acquistato da Natura & Co per 2 miliardi di dollari. Probabilmente, è stata proprio questa acquisizione che ha dato fiducia agli investitori, portando le azioni di Avon Products a una scalata a tre cifre. Il merger è stato interpretato come una boccata d’ossigeno per i conti del colosso americano del porta a porta, che aveva chiuso l’esercizio fiscale precedente il takeover con una perdita di 21,8 milioni di dollari. La società infatti era in fase di ristrutturazione e aveva previsto il taglio dell’organico globale del 10% entro la fine del 2019.
Rimanendo sempre nella Grande Mela, Coty passa da una perdita in Borsa del 65,7% nel 2018 a un guadagno del 66,2% nel 2019. Una bella rimonta per la multinazionale della cosmetica, che ha iniziato l’anno scorso un piano di risanamento per incentivare la crescita, attraverso investimenti su un minor numero di marchi a livello globale, e la semplificazione sia delle operazioni sia dell’organizzazione. Avrà fatto la sua parte, nel determinare il volo del titolo in Borsa, anche la notizia diffusa a metà anno sulle trattative in corso tra Coty e Kylie Jenner per acquisire il 51% del capitale della società Kylie Cosmetics, già corteggiata da diversi pretendenti.
Fa un salto a Wall Street anche il titolo di Estée Lauder, che è avanzato del 58% contro il timido +3,1% realizzato nel 2018. L’azienda statunitense raccoglie in Borsa la fiducia accordata dagli ottimi bilanci dell’ultimo anno. Come ha detto Fabrizio Freda, presidente e amministratore delegato del gruppo, Estée Lauder ha riportato “risultati finanziari eccezionali” nel primo trimestre dell’anno fiscale conclusosi il 30 settembre 2019.