Belli dentro, ma anche fuori. Avere un packaging sostenibile (riciclato o riciclabile) sta diventando un fattore chiave per i prodotti beauty. Si moltiplicano le confezioni ecologiche. Bene il plastic-free o il vetro, ancor più il prodotto senza ‘incarto’.
Il packaging del futuro sarà a impatto zero. Anzi, meglio se nudo. Il tema da qualche anno è diventato di enorme attualità e l’attenzione verso l’inquinamento dei mari, dove galleggiano vere e proprie isole di rifiuti, ha portato la questione a livello globale: secondo la Ellen MacArthur Foundation, nel 2050, se si va avanti così, ci sarà più plastica che pesce negli oceani. Infatti, la realtà di oggi è ancora di forte dipendenza dalle materie plastiche: ogni anno vengono prodotte 280 milioni di tonnellate di plastica a livello mondiale e 8 milioni di tonnellate di rifiuti plastici finiscono negli oceani. E il 70% dei rifiuti dell’industria cosmetica proviene dal packaging. È quanto rivela uno studio di Unilever, che conferma come il settore beauty persista nella scelta di utilizzare molti più imballaggi del dovuto. I marchi, soprattutto quelli di lusso, continuano a produrre contenitori sempre più sofisticati, che mischiano vari tipi di plastica e che vengono a loro volta imballati con il cellophane. Risultato: solo il 50% dei rifiuti differenziati può essere riciclato. Riciclare un contenitore mal concepito richiede un intervento manuale (dividere il tappo, smontare le parti metalliche). Se poi il materiale è composto di plastiche diverse, di colore scuro e con etichette a doppio strato, esso diventa totalmente inadatto al trattamento per il riciclo. Per questo un numero allarmante di cosmetici e profumi invade le discariche e inquina oceani, fiumi, laghi e spiagge. “Le confezioni dei prodotti di bellezza – sostiene Stephen Clarke, responsabile della comunicazione TerraCycle Europe (azienda specializzata nella raccolta e nel riciclaggio di rifiuti difficili da riciclare) – sono spesso composte da una grande varietà di materiali. Ad esempio vetro, cartone, schiuma di plastica espansa e altro ancora sono utilizzati per il confezionamento dei cosmetici. A volte tutti in un unico prodotto. I prodotti di bellezza e gli imballaggi più comuni contribuiscono al crescente problema mondiale dei rifiuti di plastica. Senza adeguate soluzioni di recupero, molti di questi rifiuti finiscono negli oceani e nei corsi d’acqua causando notevoli danni ambientali”. Nel Regno Unito, TerraCycle ha stretto una partnership con Garnier finalizzata al recupero e al riciclo, gratuito, delle confezioni dei cosmetici, mentre in america con Colgate ha messo a punto una collaborazione che permette, tramite appositi punti di drop-off, di smaltire correttamente spazzolini da denti e dentifrici.
Fortunatamente sono sempre più numerosi i brand che oggi privilegiano il vetro, i flaconi ricaricabili, le plastiche riciclabili, riciclate o di origine vegetale (a base di residui di canna da zucchero o amido di patate). Head & Shoulders ha lanciato un’intera linea ‘Derma&Pure’ con bottiglie completamente riciclabili e, a loro volta, composte per il 25% di plastica riciclata con l’obiettivo di raggiungere il 100% di packaging sostenibile per prodotti cosmetici green e, soprattutto riutilizzabili, entro il 2030. Anche Natrue, l’Associazione internazionale che promuove la cosmesi naturale e biologica, sta collaborando a iniziative tese a ridurre l’impatto ambientale della plastica, attraverso un innovativo progetto di ricerca. Recentemente, infatti, è entrata a far parte del progetto Urbiofin, una partnership congiunta pubblico-privata tra l’Unione Europa e il Consorzio delle industrie biologiche, che ha l’obiettivo di sviluppare approcci su scala industriale per trasformare i rifiuti urbani organici in materie prime che possono essere utilizzate anche per produrre packaging ecosostenibile per i cosmetici bio e naturali. “In linea con la nuova direttiva europea sui rifiuti – sottolinea Mark Smith, direttore generale Natrue – ci stiamo muovendo non solo verso ingredienti sempre più green, ma anche verso confezioni più ecologiche, stiamo lavorando per stabilire standard per un packaging più sostenibile e contribuire a ridurre l’impatto ambientale della plastica”. Eslabondexx, brand che fa capo alla Hsa, ha da poco lanciato Clean Care, la linea per la cura e la protezione del capello caratterizzata da una forte componente naturale che non riguarda solo le formulazioni, ma abbraccia la linea nella sua totalità, grazie all’utilizzo di packaging in PE green, cioè plastica derivata dalla canna da zucchero con un impatto minimo sull’ambiente, e astucci in carta riciclata. Anche la linea Biocean di Alama Professional (Beauty Application) trasforma il rituale di cura e bellezza del capello in un gesto di rispetto verso l’ambiente. Le formulazioni infatti, contengono più del 95% di ingredienti di origine naturale e sono biodegradabili per più dell’85 per cento. Inoltre l’azienda ha scelto, per la realizzazione dei flaconi di shampoo e dei vasi di maschera, di avviare un programma di sgrammatura packaging che porterà alla riduzione dell’impiego di plastica. Un programma ambizioso che si prefigge di utilizzare entro il 2020 il 23% in meno di plastica sull’assortimento totale Alama Professional (equivalenti a 2.600 Kg di plastica in meno). A CHI PIACE NUDO I prodotti ‘naked’ sono creazioni proposte per sensibilizzare verso un acquisto etico che possa tutelare l’ambiente e ridurre gli sprechi. “Il packaging – sottolinea Mark Constantine co-fondatore di Lush – è spazzatura, e da troppo tempo ne subiamo gli eccessi. Ora che i veri costi economici e ambientali stanno diventando palesi, i clienti stanno mettendo alle strette produttori e mercato per darci un taglio. Aziende come la nostra devono pensare fuori dal quadro, e presentarsi ai clienti con idee innovative che davvero consentano loro di comprare prodotti senza confezione”. Il 42,9% dei prodotti Lush attualmente in vendita è infatti completamente nudo, privo quindi di qualsiasi forma di packaging. Un esempio su tutti sono gli shampoo solidi, i rivoluzionari panetti concentrati di shampoo equivalenti a tre bottiglie di prodotto in formato liquido. Con la sola produzione degli shampoo solidi, Lush risparmia ogni anno al pianeta 15 milioni di flaconi di plastica ed evita, a livello globale, lo spreco di 1.350.000 litri d’acqua. Basti pensare che, da luglio 2005 a oggi, sono stati venduti 41,3 milioni di shampoo solidi che hanno permesso di risparmiare al pianeta 124 milioni di flaconi di plastica. Inoltre, lo scorso anno Lush ha aperto a Milano il primo Naked Shop al mondo dove tutti i prodotti venduti sono privi di qualsiasi forma di packaging in plastica, che da giugno 2018 ha venduto 8,9 mila shampoo solidi, un contributo fondamentale verso un futuro sostenibile e rispettoso dell’ambiente. All’esperienza di Milano sono seguite le aperture di altri due Naked Shop, a Berlino e a Manchester, a conferma della volontà del brand di portare avanti un dialogo inclusivo sulla ricerca di soluzioni volte a ridurre gli sprechi, partendo proprio dalla rinuncia al packaging. scelte sostenibili Lusso e sostenibilità promettono di andare a braccetto grazie alla scelta del vetro come packaging per creme e profumi. Oltre sette consumatori su dieci considerano il vetro miglior contenitore per la cosmetica e i profumi, perché è sostenibile, non rilascia sostanze chimiche, conserva al meglio la qualità dei prodotti ed è pure un imballaggio che restituisce prestigio al cosmetico. I dati sono di Assovetro che parla di un nuovo ‘trend green’ per i prodotti di bellezza e i profumi, un mercato che solo in Italia muove un business di oltre un miliardo di euro. “Il 77% dei consumatori considera, infatti, il vetro il miglior contenitore per la cosmetica e i profumi, sia per la sua sostenibilità (opinione espressa dal 47% degli italiani), sia perché, essendo un materiale inerte, non disperde sostanze chimiche (44%), e può dunque preservare al meglio la qualità e il profumo del contenuto (46%), e, non da ultimo, per il tocco raffinato che riesce a dare ai prodotti (21%)”, sostiene Assovetro. La produzione di flaconi in vetro in Italia è aumentata del 4% nel 2018 rispetto all’anno precedente, compresi i flaconi per la farmaceutica. Aldo Coppola ha appena lanciato la sua prima linea di cosmetici dedicati all’uomo Mr. Coppola, che oltre ad avere prodotti realizzati con ingredienti naturali è anche confezionata in un pack eco-friendly in vetro. “Naturalmente – dichiara Aldo Coppola Jr. CEO dell’azienda – abbiamo cercato e ricercato un pack e degli ingredienti che rendessero la linea il più eco sostenibile possibile. Da qui, anche la scelta del vetro per il packaging”. Un’altra valida alternativa potrebbe essere il re-fill, ovvero la possibilità di riempire all’infinito i flaconi vuoti di vetro dei propri cosmetici. Thierry Mugler, ad esempio, è da molti anni che sprona i proprio clienti a riempire nuovamente le vecchie boccette di vetro di Alien o Angel invece di comprare un nuovo flacone.
LUSSO (BIO)COMPATIBILE
Alcune maison del lusso rispondono con decisione al richiamo green. Chanel Parfum Beauté infatti ha da poco acquisito una partecipazione nella start-up finlandese Sulapac, che produce bioplastiche e biopackaging. “Chanel è sicuramente uno dei precursori nel segmento del lusso – racconta il co-fondatore e CEO di Sulapac Suvi Haimi – perché vuole investire sulle ultime innovazioni in termini di materiali e tecnologie sostenibili. La nostra missione di salvare questo mondo dagli scarti della plastica ha appena fatto un grande passo in avanti”. L’azienda ha sviluppato un materiale biodegradabile e senza microplastiche utilizzando legno certificato Fsc tenuto insieme da un legante naturale, compostabile in impianti industriali e trasformabile in imballaggi e altri articoli di largo consumo con impianti esistenti per la lavorazione delle materie plastiche. “Lo sviluppo dei nostri packaging – riporta il comunicato di Chanel Parfums Beauté – risponde a un impegno di sostenibilità, e già da molti anni integriamo dei criteri ambientali sin dall’ideazione dei nostri prodotti, sviluppando il principio dell’eco-design. Per noi è quindi importante interessarci agli attori che lavorano in questo ambito”. Anche il colosso della bellezza L’Oréal ha deciso di investire nelle bioplastiche. Il gruppo francese ha acquisito infatti una quota di minoranza in Carbios, specialista delle bioplastiche con cui aveva già una partnership da due anni. “Questa partecipazione – sottolinea Barbara Lavernos, executive vice-president operations di L’Oréal – dimostra il nostro sostegno alle nuove tecnologie di sviluppo sostenibile, in linea con il nostro impegno che entro il 2025 il 100% dei nostri imballaggi sarà riciclato, riciclabile o compostabile e, più specificamente, il 50% delle materie plastiche utilizzate nei nostri imballaggi sarà riciclato o bio-sourced”.