Alti e bassi per la bellezza in Borsa nel 2018. Le principali aziende del settore quotate hanno registrato performance molto disomogenee sulle principali piazze internazionali.
La bellezza procede a marcia alternata, specialmente in Borsa. Le principali aziende e multinazionali del settore beauty quotate sulle principali piazze internazionali, infatti, hanno archiviato il 2018 con performance differenti. Alcune mettendo a segno rialzi a doppia cifra, mentre altre hanno subito pesanti cali sui principali listini mondiali. Delle venti aziende del campione, sono ben undici quelle che hanno archiviato il 2018 con risultati negativi, di queste otto sono arretrate a doppia cifra (Int. Flavour&Fragrances, Avon Products, Amore Pacific, Jacques Bogart, Edgewell, Sh Kelkar, Alès Groupe e Coty). Per contro, cinque titoli hanno registrato guadagni superiori al 10% (Interparfum, Natura, Shiseido, Revlon e L’Orèal). Uno scenario altalenante di cui continua a non essere parte il beauty tricolore. In Piazza Affari, infatti, non ci sono matricole nella sezione bellezza, nonostante l’Italia sia uno dei principali produttori di cosmetici al mondo, e ci siano aziende con i presupposti e i numeri per la quotazione (vedi analisi quotabili nelle pagine precedenti). E la situazione non dovrebbe cambiare nell’arco del 2019.
PROFUMI DA PODIO
Primo classificato per crescita del titolo in Borsa è stato nel 2018 Interparfums che ha segnato a Wall Street un +53,3 per cento. Interparfums ha rivisto al rialzo i suoi obiettivi per il 2018 in modo da riflettere una “fine dell’anno con ottimi risultati”, determinata principalmente da profumi Coach negli Stati Uniti. Questa buona performance ha inoltre portato Interparfums a essere ancora più fiducioso per il 2019. “La nostra crescita è stata più forte del previsto alla fine del 2018 con un fatturato ben al di sopra degli obiettivi – ha commentato Philippe Benacin, CEO di Interparfums –, questa performance ci porta quindi a adeguare il nostro obiettivo di fatturato 2019 ora fissato a 470 milioni di euro”. Il titolo Natura ha messo il turbo e alla Borsa di San Paolo ha segnato un +40,7 per cento. Il gigante cosmetico brasiliano ha archiviato l’esercizio con un aumento a due cifre del fatturato e dell’utile. Il 2018 è stato descritto come un “anno di trasformazione” dalla società, in seguito alla creazione di un nuovo gruppo che riunisce tre marchi distintivi, Natura, The Body Shop e Aesop. Il cambiamento ha portato a una nuova struttura di governance e identità aziendale, con il gruppo che è diventato Natura & Co. Medaglia di bronzo a Shiseido che continua a raccogliere ottimi risultati, anche in Borsa. Sul listino di Tokyo il titolo infatti è cresciuto del 27,3 per cento. Inoltre, la company giapponese ha confermato il forecast del bilancio 2018: su tutto l’anno prevede vendite nette di 1.090 miliardi di yen (8,4 miliardi di euro) con un’accelerazione dell’8,5 per cento. Il CEO Masahiko Uotani ha sottolineato di esser stato in grado di raggiungere questi risultati grazie a un ciclo virtuoso di crescita del marchio in Giappone e Cina e all’aumento del travel retail.
ALTALENA WALL STREET
Bellezza altalenante alla Borsa di New York. Infatti, tra le principali aziende quotate c’è chi ha avuto ottime performance, come la top performer Interparfums, e chi invece pesanti cali. Nel dettaglio, Revlon continua il suo periodo posoitivo mettendo a segno una crescita del titolo del 14,8 per cento. Lo scorso maggio, Debra Perelman è stata nominata amministratore delegato e presidente di Revlon. La manager è la prima donna a raggiungere questa carica in 86 anni di storia dell’azienda e prenderà il posto di Fabian Garcia, che ha lasciato in gennaio dopo meno di due anni. La nuova CEO avrà il compito di portare avanti gli sforzi di Revlon “per innovare ulteriormente, rafforzare il suo portafoglio prodotti e investire nell’e-commerce come motore di crescita”. Cresce anche il titolo di Estée Lauder Companies che sul listino è salito del 3,1 per cento. Il gruppo dei cosmetici ha chiuso al 30 giugno 2018 con un fatturato a 13,68 miliardi di dollari, un record, secondo l’azienda. “Praticamente tutti i nostri marchi hanno visto aumentare le vendite – ha sottolineato il CEO della società Fabrizio Freda – e, nel periodo in esame, sono state soprattutto le creme ad aver attirato più clienti, con vendite aumentate del 29%”. Ma in questo quadro positivo appare una piccola ombra: le previsioni dell’azienda per l’anno fiscale in corso sono al di sotto delle attese. Estée Lauder punta su una crescita delle vendite compresa tra il 4% e il 5% e su un utile per azione rettificato compreso fra i 4,62 e i 4,71 dollari, vale a dire meno dei 4,99 dollari attesi dagli analisti. Male invece per Coty che ha chiuso il 2018 con un pesante calo in Borsa del 65,7 per cento. Coty, che che lo scorso novembre ha nominato Pierre Laubies nuovo amministratore delegato al posto di Camillo Pane, ha chiuso il primo trimestre dell’anno al 30 settembre con un fatturato di 2,03 miliardi di dollari in calo del 9,2% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, con un rosso di 12,1 milioni di dollari.
FRANCIA ADIEU
Alla Borsa di Parigi si salva dal segno rosso solo il titolo L’Oréal che mette a segno una buona performance in crescita del 12,5 per cento. Il colosso francese nel terzo trimestre del 2018 ha segnato l’aumento delle vendite più rapido in dieci anni con un fatturato in aumento del 6,8% a 6,47 miliardi di euro. Questa performance è stata generata grazie all’andamento positivo delle divisioni Luxury e Cosmetics Active, in particolare nei mercati emergenti guidati dalla Cina. Male in Borsa per il titolo di Jacques Bogart che ha totalizzato un calo del 37% a 5,98 euro per azione. Il gruppo di profumi e cosmetici di lusso ha acquisito a fine ottonbre il 100% di Distriplus, il secondo maggior player del settore in Belgio. Bogart Group ha così una rete di 357 negozi distribuiti in quattro Paesi (Francia, Israele, Germania e Belgio) per un fatturato complessivo di oltre 300 milioni di euro. Male anche per il titolo di Alès Groupe, gruppo multinazionale francese creato nel 1969 che ha visto un calo del 69% sul listino di Parigi. Col fine di rifocalizzarsi strategicamente sui suoi tre marchi di punta, Phyto, Lierac e il nuovo marchio franco-coreano Jowaé, che produce skincare, il gruppo ha ceduto i profumi Caron alla holding di investimento Cattleya Finance.