Colgate-Palmolive prevede un calo a sorpresa del profitto del 2019 a causa dei maggiori costi delle materie prime e dei trasporti, e del dollaro troppo forte che ha costretto il gruppo ad aumentare i prezzi in America Latina, dove genera la maggior parte delle sue entrate. I prezzi più elevati infatti hanno pressato la domanda, soprattutto in Brasile e in Argentina, dove Colgate si trova di fronte a sostenere una serrata concorrenza da parte dei competitor Unilever e Procter & Gamble.
Per mantenere la sua quota di mercato, la società ha dichiarato che spenderà di più in pubblicità nell’anno fiscale 2019, ma si aspetta che, insieme ai maggiori costi delle materie prime e ai tassi di cambio fluttuanti, portino a una riduzione dell’utile dell’esercizio. “Le nostre previsioni riflettono un aumento dei prezzi delle materie prime – ha detto in una nota l’amministratore delegato Ian Cook – un aumento del nostro tasso fiscale anno su anno e l’incertezza che circonda l’economia globale, i tassi di cambio e i prezzi”.
Per il quarto trimestre, il gruppo ha registrato un utile netto di 606 milioni di dollari, quasi raddoppiando i 323 milioni di un anno fa. Le vendite nette nei tre mesi chiusi il 31 dicembre sono scese del 2,1% a 3,81 miliardi di dollari, ma in questo caso però il dato è migliore rispetto ai 3,78 miliardi stimati dagli analisti. Per l’esercizio corrente, la società stima un fatturato compreso nel range 0-5% mentre l’attuale consensus, fissato a 15,52 miliardi, implica un rosso dello 0,2%.