Il Giappone è il Paese che ha la più alta spesa pro-capite al mondo in skincare. Pubblica la notizia Beautymatter.com, citando come fonte Euromonitor International, sul cui sito l’azienda di analisi evidenzia come il Paese del Sol Levante stia rimpiazzando l’avanzamento molto contenuto del mercato cosmetico nella Corea del Sud. Quest’ultimo nel 2017 è cresciuto solo dello 0,9%, anche se il K-Beauty è considerato ancora il fulcro dell’innovazione nel settore bellezza a livello internazionale. Fenomeno che evidenzia come la cosmetica sudcoreana stia andando oltre confine conquistando i mercati esteri, mentre si sta verificando un fenomeno parallelo, cioè quello dei marchi occidentali che entrano nel Paese asiatico.
Tornando al Giappone, il mercato interno gode dell’aumento dei turisti cinesi, sia per l’interesse in vista delle Olimpiadi 2020 sia per i limiti imposti dalla Cina ai viaggi dei suoi cittadini verso la Corea del Sud, che hanno spostato una parte di questi flussi verso il Paese del Sol Levante.
L’articolo citato sottolinea però che, mentre i giapponesi hanno il primato nell’acquisto di skincare, viceversa non amano i profumi, che rappresentano infatti una percentuale attorno all’1,2% del valore totale del beauty domestico. Le ragioni sono soprattutto culturali, perché indossare forti fragranze è ritenuto offensivo ed è in contrasto con la purezza richiesta dalla religione shintoista. Va da sé che le influenze internazionali portano a modificare abitudini e rituali, e questo ‘divieto’ è oggi meno restrittivo e si diffondono profumi dalle essenze delicate e clean.