In soli due giorni è scoppiato un improvviso braccio di ferro tra Governo e società di capitali che stanno acquistando farmacie in seguito alla legge sulla liberalizzazione del settore. Tutto è iniziato martedì 4 dicembre, quando l’onorevole Giorgio Trizzino ha proposto un subemendamento nella legge di Bilancio che prevede lo scioglimento delle società il cui capitale sociale non è costituito almeno per il 51% da farmacisti. In risposta, i grandi gruppi che sono scesi in campo in Italia (Alliance Healthcare, Dr.Max, Lloyds Farmacia, Admenta Italia e la nuova Hippocrates Holding) si sono uniti e hanno mandato una lettera aperta al Governo avanzando una richiesta di ravvedimento in relazione al subemendamento e chiedendo un incontro urgente. Questa mattina, il presidente della Camera ha eliminato l’emendamento perché ritenuto non rilevante nella legge di Bilancio.
Tutto come prima dunque? Non proprio perché, come commenta Alliance Healthcare (che fa capo a Walgreens Boots Alliance), il rischio permane dato che questo esecutivo si è dimostrato contrario alla liberalizzazione della proprietà delle farmacie, che di fatto è già legge. “Tutto è ancora possibile – afferma uno dei soggetti firmatari della lettera aperta * – perché il presidente della Camera Roberto Fico ha eliminato l’emendamento solo per ragioni tecniche e non di merito, quindi il Governo potrebbe rimettere mano in questo settore. Chiediamo pertanto di incontrare l’esecutivo e spiegare le ragioni per cui la liberalizzazione è un’opportunità per tutto il Paese e anche per i farmacisti”.
Le società di capitali vogliono portare all’attenzione del Governo il fatto che la liberalizzazione del mercato italiano delle farmacie è stata introdotta in risposta a una chiara sollecitazione dell’Europa, e che ‘tornare indietro’ dopo aver approvato la riforma del settore, mina la credibilità dell’Italia che ha emanato una legge in grado di attirare capitali esteri. Infatti, secondo i gruppi firmatari della ‘lettera aperta’, il problema principale per le imprese che desiderano investire in Italia è proprio quello dell’incertezza delle norme e delle continue modifiche che intervengono nella legislazione. Inoltre, le società di capitali stanno attualmente portando avanti l’acquisizione delle farmacie, e un eventuale ostacolo al loro processo manderebbe a monte i piani di investimento e di assunzione del personale. Infine, un’altra ragione pro-liberalizzazione è che anche le farmacie indipendenti, molte delle quali in gravi difficoltà economiche, potranno decidere liberalmente se vendere, rimanere indipendenti o aggregarsi in catene e network da loro creati.
* Notizia modificata il 10/12/2018 alle ore 12.55
In precedenza la frase era stata attribuita alla sola Alliance Healthcare, che ha precisato come la posizione sia di tutte le società firmatarie della lettera