Le previsioni di cosmetica italia indicano il segno più per ogni canale, mentre l’industria rinforza l’export. Per il futuro, l’istituto piepoli si aspetta una riduzione dei negozi fisici e la loro trasformazione in store esperienziali.
Tutti i canali mostrano un segno ‘più’ nel 2018. Secondo le stime di Cosmetica Italia, a fine anno si assisterà al recupero della profumeria, che aveva chiuso il 2017 con vendite a -0,5%, mentre la previsione per quest’anno è di una crescita dello 0,5 per cento. Per quanto riguarda gli altri luoghi in cui si vende cosmetica, fanno un balzo in avanti i canali professionali, in particolare i centri estetici che stimano un +2,5% e le acconciature con un +1,8 per cento. Le farmacie prevedono un +1,5%, il mass market +1%, mentre debole sarà la crescita delle erboristerie (+0,5%). Forte spinta invece per le vendite dirette (+12%), esito dell’incremento dello shopping online che controbilancerà il rallentamento delle vendite per corrispondenza. “In generale, quindi, la crisi per l’Italia è alle spalle – ha commentato il presidente dell’associazione, Renato Ancorotti, durante la presentazione alla stampa dei trend congiunturali – ma il Pil tricolore rimane basso. È atteso nel 2018 in crescita dell’1,3%, contro il +2,1% dell’area europea e il +3% degli Stati Uniti”. Il totale consumi in Italia è previsto nel 2018 a 10,3 miliardi di euro (+2%), e Ancorotti ha sottolineato che il contenimento della spesa da parte degli italiani è legato all’incertezza politica e a una tendenza al risparmio che caratterizza gli abitanti della Penisola. Sul lato industria, il giro d’affari della bellezza in Italia è stimato in aumento a fine anno del 4,5% a 11,5 miliardi di euro. Le esportazioni incidono in modo significativo su questo dato, con un valore prossimo ai 5 miliardi di euro e in aumento dell’8 per cento. Per quanto riguarda la bilancia dei pagamenti, pur in presenza di importazioni in crescita, si ipotizza un valore vicino a 2,7 miliardi di euro, record per il comparto. Sempre in tema di export, nel 2017 si è verificato il sorpasso della Francia sulla Germania come primo Paese di destinazione dei cosmetici italiani. Al terzo posto rimangono gli Usa, seguiti da Regno Unito e Spagna. Infine, il contoterzismo, che permette di comprendere l’evoluzione di medio-lungo periodo dei canali a valle, registra una proiezione del fatturato a fine 2018 di +10%, portando la produzione del make-up in Italia a una quota pari al 67% sul totale trucco prodotto in Europa.
SHOPPING MULTICANALE
Tornando alla distribuzione, l’Istituto Piepoli ha fornito uno scenario su come evolveranno i punti vendita della bellezza, e lo ha delineato attraverso un’indagine qualitativa condotta con il metodo Delphi presso esperti e opinion leader. Il futuro quindi va verso un acquisto sempre più multicanale, cioè i consumatori diventeranno più infedeli e tenderanno ad acquistare i cosmetici in diverse tipologie di negozi. La multicanalità riguarda anche online e offline, per cui sarà richiesto un livello di integrazione tra queste due aree sempre più elevato. “Si va anche verso una spesa automatica – ha raccontato Sandra Bruno dell’Istituto Piepoli – per i prodotti già conosciuti o che si utilizzano quotidianamente. Ad esempio, potrebbe aumentare la modalità di acquisto su abbonamento”. Inoltre, l’indagine prevede che nel mondo beauty si ridurranno i luoghi fisici dell’acquisto, e quelli rimasti porteranno avanti un progetto di evoluzione, cioè diventeranno più esperienziali, specializzati, di dimensioni più grandi. “Saranno più belli – conclude Bruno – e opereranno sulla dimensione sensoriale delle persone. Non saranno più solo un luogo di vendita dei prodotti, ma introdurranno servizi ed esperienze”. La diminuzione dei punti vendita riguarda in particolar modo il canale profumeria, nell’occhio del ciclone per i recenti fenomeni di acquisizione tra catene, e in grande difficoltà per l’immobilismo dei retailer e la forte concorrenza dell’online. Al posto delle profumerie tradizionali, secondo lo studio, vedremo format di monomarca oppure anche multimarca, ma caratterizzati da catene altamente specializzate. Un’altra strada secondo cui evolveranno le profumerie è quella di store sempre più di nicchia.
di Vanna Assumma