Il CEO e GM di The Estée Lauder Companies Italy delinea le sfide cruciali per la compagnia. L’e-commerce come nuova frontiera del beauty con un approccio multicanale per il consumatore che vuole “divertirsi ad acquistare un prodotto di cosmetica”.
Un approccio multicanale per il consumatore che vuole “divertirsi ad acquistare un prodotto di cosmetica”. Questa è una delle sfide di The Estée Lauder Companies Italy raccontata dal CEO e GM Edoardo Bernardi che non nasconde la soddisfazione nello snocciolare i numeri di un fatturato (chiuso al 30 giugno 2017) in crescita del 13% a oltre 170 milioni di euro, dopo il +16% dell’esercizio precedente. I driver di crescita della filiale sono stati l’efficienza a livello organizzativo e la costruzione di un portafoglio di brand forti, sia nel core target sia in tutti i posizionamenti, dalla fascia alta, ai monobrand di make-up, alla farmacia, ai canali professionali e alla profumeria di nicchia.
Come fate a crescere così costantemente in un mercato stabile?
Negli ultimi 3 anni stiamo assistendo a un incremento per tutti i nostri marchi, anche al di sopra delle previsioni. La strategia di crescita è concentrata oggi prevalentemente verso quei brand, che all’interno di un portafoglio di 30 marchi, hanno prospettive di crescita più importanti in funzione degli spunti che arrivano dai nostri consumatori.
Qual’è la sfida per continuare a crescere anche in futuro?
La grande sfida dell’azienda è far aumentare in termini di volume e di awareness i brand minori. Le opportunità di crescita sono enormi, c’è un consumatore che sta evolvendo molto in termini di aspirazioni. Si tratta di andare a seguire queste aspirazioni. Inoltre esistono ancora dei marchi molto importanti all’interno del nostro portafoglio che stiamo valutando come e quando lanciare al meglio nel nostro Paese.
Che ruolo ha l’e-commerce per Estée Lauder?
Ascoltiamo il consumatore, che ha preferenze d’acquisto che vanno anche in direzione dell’e-commerce. Il mercato italiano non ha una penetrazione elevata nello shopping online, è valutata intorno al 3%, ma ipotizziamo che sia un fenomeno in grande crescita. Procediamo verso questa direzione, consapevoli che prevarrà il concetto di omnicanalità, perché il consumatore vuole la libertà e l’agio di poter fare un po’ tutto: di acquistare sull’e-commerce, di comprare in store e ricevere il prodotto a casa attraverso piattaforme digitali, o ancora, avere una consulenza che può arrivare in store e sfociare in un acquisto online, e viceversa. Quello che desidera il consumatore è avere tutte le opportunità a 360 gradi.
di Chiara Dainese