Grazie agli aiuti governativi e alla ricerca militare, le industrie di tel aviv godono di tecnologie all’avanguardia. pambianco beauty ha visitato le aziende della cosmesi del Paese, pronte a nuovi mercati.
Uno stretto fazzoletto di terra, per lo più desertico, con solo 8,5 milioni di abitanti. Eppure, questo piccolo territorio che è Israele, è tra i più grandi avamposti tecnologici del mondo. I suoi laboratori di ricerca sono una fucina di idee, di innovazione, di scoperte, che vengono applicate in tutti i settori merceologici, cosmetica inclusa. Per questo, Pambianco Beauty è andato a Tel Aviv a conoscere le aziende della bellezza israeliane che vogliono espandersi in nuovi mercati, raccontando il valore aggiunto di innovazione che le caratterizza, ancora poco conosciuto al di fuori del Paese.
MODELLO ‘PPP’
La prima domanda che si pone chi visita Israele è capire da cosa dipenda questa grande spinta alla sperimentazione. La risposta è che il Governo ha messo in piedi un ente dedicato, l’Israel Innovation Authority. Quest’ultimo ha ideato un ‘ecosistema’ peculiare che mixa diverse risorse: finanziamenti governativi, ricerca dell’industria della difesa, studi accademici/universitari, venture capitalist e incubatori. Praticamente, un’azienda in Israele può godere di sostegno finanziario per fare ricerca, di personale ultraspecializzato (a livello ingegneristico, chimico, informatico), di data base, di seminari, di laboratori e infrastrutture, nonché delle più avanzate sperimentazioni in campo militare che possono essere declinate in ambito industriale. Questo modello di public-private partnership (ppp), ha portato Israele a essere una ‘start up nation’, cioè uno Stato con giovane imprenditorialità. Aharon Aharon, CEO di Israel Innovation Authority, ha conteggiato che il Paese mediorientale sforna ogni anno 600 startup ‘nette’. Significa che su un totale di 1.400 società che nascono, 600 superano la fase iniziale, e si tratta di un dato molto elevato in proporzione al numero di abitanti.
CANNABIS E MAR MORTO
Per quanto riguarda l’innovazione applicata alla cosmetica, Pambianco Beauty ha incontrato diverse realtà dislocate tra Tel Aviv e il Mar Morto, per capire quali sono i punti di forza, ma anche i punti di debolezza: per esempio, la loro scarsa propensione alla costruzione dell’immagine in un’ottica marketing-oriented. Nitzan Paicov, manager del settore cosmetics & toiletries di Israel Export Institute, l’ente che ha gestito gli incontri, ha affermato che Israele è leader nello sviluppo di nuovi ingredienti: “I nostri laboratori sono i primi al mondo a isolare alcuni principi attivi che poi vengono acquistati dalle multinazionali. È quello che sta succedendo con la ricerca sull’estrazione dei principi attivi da semi della cannabis”. La sperimentazione sull’olio di canapa a uso cosmetico, infatti, sembra essere partita proprio da questo Paese e ora si sta diffondendo in altre aree del pianeta. Elemin Cosmetics, per esempio, ha lanciato lo scorso ottobre una linea che è tra le poche a utilizzare olio di semi di canapa organico. “La combinazione della cannabis e del biologico è unica – ha sottolineato Arik Ankor, CEO dell’azienda – perché le imprese che sviluppano cosmetici organici non usano la canapa. Anche la fragranza presente nella formulazione è naturale, mentre il packaging è bamboo hand made”. Altri ingredienti unici al mondo sono i sali minerali del Mar Morto, il punto più basso del pianeta, oltre 400 metri sotto il livello del mare. “La concentrazione di principi attivi in questo lago – ha raccontato Shifra Hurwitz, cosmetics manager di Frigor and Chemicals per il brand Edom – è elevatissima, il 34% su un litro di acqua, concentrazione che è oltre 10 volte quella del mare. Anche il numero dei principi attivi è elevato, perché in queste acque sono presenti ben 26 minerali e oligoelementi”. Queste sostanze lavorano sul sistema nervoso, sui processi di riparazione cellulare e sul metabolismo, stimolando la circolazione del sangue. Alona Shechter invece propone una combinazione di sali del Mar Morto e di erbe medicinali, creando linee lenitive per la psoriasi e per esigenze specifiche della pelle. Altri brand israeliani che utilizzano nei loro cosmetici questi ingredienti nativi del luogo sono Peer Pharm, Sea of Spa e Chic, quest’ultimo con una formulazione che aggiunge erbe che vengono dalla Galilea. Anche Ahava, marchio già presente in Italia e distributo da Luxury Lab Cosmetics, utilizza fanghi, sali e piante che si trovano nel Mar Morto. Secret of Youth invece studia le modalità per sostiture siliconi, conservanti e additivi sintetici nelle creme con sostanze naturali. Una soluzione sono le capsule di ossigeno che si aprono solo a contatto con la pelle, oppure attivi che vengono dall’industria del food, al punto che questi cosmetici possono anche essere mangiati.
BEAUTY ‘PROFESSIONAL’
Uno degli usi più immediati e più facilmente declinabile della sperimentazione israeliana in ambito militare è quello sulle macchine per centri estetici. Leonardo, per esempio, ha sviluppato una tecnologia ‘hair removal’ che è da 5 a 10 volte più veloce di ogni altra tecnologia al mondo. “Rispetto al laser – afferma il CEO Ronny Bar – questo processo Hyper Pulse risparmia l’80% del tempo necessario, e risulta anche meno doloroso grazie a una ‘skin cooling technology’”. Il costo di una macchina di questo tipo per centri estetici si aggira su 48mila euro. Anche Active Optical Systems ha studiato come rendere meno dolorose le applicazioni hair removal, e utilizza tre differenti tecnologie (laser, intensive impulse light, radio frequency). “Abbiamo la più grande market share – aggiunge David Botzer, marketing e business development manager dell’azienda – nelle macchine estetiche in Israele”. Passando ai cosmetici professionali, Bio Peptix ha investito molto nella ricerca chimica per trovare un marchio ad alta tecnologia, ma che preservasse gli ingredienti naturali e locali. Gli ingredienti attivi sono i peptidi, catene di aminoacidi vegetali di cui viene selezionata la struttura delle molecole, a differenza di ciò che fanno solitamente le aziende cosmetiche che utilizzano peptidi, prendendo le molecole in modo indifferenziato. Synoia, invece, ha ideato un device wireless che combina 4 differenti tecnologie con 10 capsule che vengono posizionate direttamente sulla pelle, e contengono un’alta concentrazione di principi attivi.
ATTIVI PERFORMANTI PER CAPELLI
Molti ingredienti per l’haircare sono lavorati con tecnologie all’avanguardia nei laboratori israeliani, per esempio l’argan. Proviene soprattutto dal Marocco, ma esistono anche coltivazioni nel Paese mediorientale. Sano sviluppa il brand Natural Formula per il mass market: “Siamo la più grande azienda di personal care in Israele – ha osservato Hadar Homossany, marketing e product development di Sano – perché abbiamo 5 stabilimenti che producono 2.000 articoli l’anno, con un fatturato 2017 di 1,5 miliardi di euro”. La manager ha aggiunto che la loro quota di mercato in Israele è superiore a quella dei brand che fanno capo alle multinazionali: “La nostra linea copre il 35% del mercato, mentre Wella (marchio di Coty, ndr) rappresenta il 9 per cento”. Jenoris arricchisce la sua linea di prodotti professionali per capelli con pistacchio e olio di borragine, Legend Hair lancia trattamenti liscianti e ultraperformanti, mentre Peer Pharm lavora l’argan e altri estratti naturali nella linea ArganiCare.
di Vanna Assumma