Le farmacie italiane hanno registrato nel 2017 un fatturato in calo dello 0,9% a 24,5 miliardi di euro. Regrediscono tutti i comparti dell’offerta, tranne due: igiene e bellezza che avanza dello 0,9% e Otc (prodotti da banco) a +2,2 per cento. È l’analisi di Iqvia, società nata dalla fusione di Ims Health e Quintiles, che offre servizi e analisi big data sul mondo farmaceutico. Il suo AD, Sergio Liberatore, ha illustrato l’andamento del canale negli ultimi 10 anni, dal 2007 al 2017, il cui fatturato resta sostanzialmente uguale, nonostante la popolazione invecchi e quindi aumenti la necessità di cura. Invece l’etico dispensato dal servizio sanitario nazionale, cioè i farmaci di Classe A, ha perso 2 miliardi di ricavi in questo arco temporale: “Il motivo è l’acquisto del generico – ha spiegato Liberatore durante la conferenza di Cosmofarma – che ha portato a un calo del prezzo medio dei farmaci da 13 euro nel 2007 a 9,5 euro l’anno scorso (-27%), mentre la vendita a volume è aumentata del 14 per cento”. La drastica riduzione dei ricavi da farmaci è compensata dal fatturato derivante dalla cosmetica e dai prodotti da banco (compresi gli integratori che registrano un’impennata delle vendite): queste due aree merceologiche passano da un turnover di 7,7 miliardi di euro nel 2007 a 9,8 miliardi di euro nel 2017.
Il canale in Italia si sta ampliando (l’anno scorso sono nate 390 nuove farmacie) ed è oggetto di acquisizioni in seguito alla nuova legge sulla concorrenza, che apre la proprietà dei negozi alle società di capitali: “Stimiamo – ha concluso L’AD di Iqvia – che nei prossimi 3 anni il 20% delle farmacie nella Penisola farà parte di catene di proprietà”. Inoltre aumenta il ruolo della distribuzione intermedia: secondo l’analisi della società di ricerca, la quota di mercato dei maggiori distributori farmaceutici passa dal 57% del 2007 al 78% del 2017.
Sempre durante la conferenza di Cosmofarma, Stefano Fatelli, presidente del Gruppo Cosmetici in Farmacia di Cosmetica Italia, ha sottolineato che ci sono ancora margini di crescita per il beauty in farmacia: “Nel 1976 i consumi di cosmetica in questo canale rappresentavano il 12,2% del totale shopping cosmetico in Italia, invece nel 2017 la farmacia ha ‘pesato’ per il 18,5%, che è una percentuale superiore alla media europea. Però 4 Paesi (Germania, Uk, Giappone e Canada) hanno uno shopping superiore di beauty nel canale, per cui non mancano potenzialità di crescita per l’Italia”. Ad esempio, alcuni settori merceologici sono poco rappresentati in farmacia, come il make-up, il beauty maschile e i profumi.