Il conto terzi viaggia a due cifre e batte ogni altro settore della bellezza. Anche per reddittività. Per questo sono diventati terreno di conquista. conseguenza: aumentano le dimensioni delle aziende.
Margini che non hanno niente da invidiare ai più blasonati gruppi del lusso, e crescite da capogiro. I dati di bilancio dei terzisti italiani di cosmetica evidenziano un’industria in sorprendente accelerata, che seppure poco nota al pubblico perché non dispone di brand che arrivano al consumatore finale, è però quella che cresce di più nel mondo della bellezza. L’analisi di Pambianco Strategie di Impresa sui fatturati 2016 delle aziende conto terzi che realizzano creme, make-up, profumi, toiletries e prodotti per capelli, mostra per i primi 20 player in Italia un avanzamento complessivo dei ricavi del 13,2% a oltre 1,5 miliardi di euro. I tassi di crescita arrivano a +66% per Ancorotti Cosmetics e per Pool Service, con un ebitda che è sempre a due cifre e, per fare un esempio, supera il 32% per B. Kolormakeup & Skincare. Alta redditività e forti percentuali di crescita sono i motivi per cui questi player sono diventati terreno di conquista per la finanza. Il fondo di private equity svizzero Capvis ha infatti acquisito la quota di maggioranza di Gotha Cosmetics; White Bridge Investments ha rilevato una percentuale minoritaria di Ancorotti Cosmetics; mentre il terzo fondo di private equity di Quadrivio ha preso la maggioranza di Farmol.
Tutte iniezioni di capitale che hanno l’obiettivo di sostenere la crescita di queste aziende, soprattutto oltre confine. Così l’ingresso dei fondi determina un’altra conseguenza: la spinta verso un aumento delle dimensioni dei player sul mercato. Questo fenomeno si sta sviluppando anche attraverso le acquisizioni corporate: la più significativa è quella di Intercos che ha rilevato quest’anno Cosmint Group, rispettivamente primo e secondo player nella classifica 2016, creando un fatturato aggregato di oltre 584 milioni di euro che stacca di gran lunga tutti i concorrenti. Il fenomeno dei merger è ancora in una fase iniziale nell’industria conto terzi, ma destinato a crescere, se si prende come riferimento ciò che accade negli altri comparti del mondo beauty, dalle aziende ai canali. Tornando al ranking 2016, sono poche le aziende il cui fatturato da bilancio presenta un segno ‘meno’. Tra queste Hsa, che ha registrato solo formalmente un calo del 4,2%, avendo spostato alcuni marchi in una nuova divisione, che, precisa l’azienda, diventerà autonoma e crescerà al punto da trasformarsi addirittura in un’azienda a se stante. Anche per Icr il fatturato è calato del 15%, ma l’azienda spiega che si tratta di un cambiamento nelle forniture, che un tempo erano full service, mentre l’anno scorso sono state in gran parte in conto lavorazione, cioè le componenti sono state acquistate dall’azienda committente. Icr precisa, infatti, che il numero dei pezzi prodotti (85 milioni l’anno) è rimasto invariato.
di Vanna Assumma