Per il beauty, il 2017 è stato un anno di consolidamento italiano. Ma, soprattutto, è stato un anno che ha posto le basi del consolidamento che verrà. Le operazioni nel corso degli ultimi 12 mesi sono state consistenti, tali da cambiare gli equilibri nel mercato della bellezza. L’iniziativa più importante è stata senza dubbio l’acquisizione delle catene Limoni/La Gardenia da parte di Douglas, deal che ha portato alla nascita di una realtà con oltre 620 negozi (al punto da aver acceso i fari dell’Antitrust). Ma il consolidamento, inteso come processo di incremento dimensionale dei player del settore, si è sviluppato anche su altre dimensioni: la catena regionale Vallesi ha comprato un’altra catena regionale, Unix. E ha assunto anche altre facce. Per esempio, l’annunciato sbarco in Italia del colosso dei drugstore DM, realtà vicina ai 10 miliardi di euro di fatturato. Oppure, la recente decisione di Coop Alleanza 3.0, un gigante finora ‘parallelo’ al comparto, di lanciare una propria catena di profumerie. Queste dinamiche sembrano solo l’inizio. In proiezione, una spinta notevole arriverà anche dal fronte normativo, ovvero dalla legge che apre le farmacie alle società di capitale. È verosimile attendersi crescite dimensionali che aggregheranno quote di mercato a livello locale, nonché la nascita di network nazionali. A monte dei segmenti distributivi, poi, c’è una filiera dalle grandi potenzialità, dove ancora appaiono inespresse le capacità di strutturazione. Si pensi al segmento del conto terzi analizzato in questo numero, ambito in cui l’Italia vanta un universo molto frazionato di player che si sviluppano a due cifre con alta marginalità. La stragrande maggioranza di loro è ampiamente sotto i 100 milioni di fatturato, e solo una frazione di essi ha già avviato un percorso di valorizzazione di un proprio brand. Insomma, ci sono le condizioni per assistere all’avvio di un processo di acquisizioni in linea con quanto accaduto in passato nel settore moda. Un processo che, per usare le parole di Edoardo Bernardi, amministratore delegato e direttore generale di Estée Lauder Italia, sembra quasi non essere partito per “ragioni casuali”, viste le opportunità in campo. Ma, appunto, la ruota del caso gira e, adesso, le combinazioni indicano che le prossime estrazioni dalla lotteria M&A non riusciranno a evitare l’Italia.