Mesi di dibattiti nel mondo delle farmacie in Italia dopo l’approvazione, lo scorso agosto, del Ddl concorrenza che apre la proprietà dei ‘negozi della salute’ ai grandi capitali. Le associazioni di settore sono scese in campo con idee e progetti, che ancora non sono diventati realtà, scontando una certa tendenza all’immobilismo del settore. Infatti il presidente di Assofarm (Associazione delle farmacie comunali), Venanzio Gizzi, ha lanciato un grido di allarme: “Se ci muovevamo prima, compatti e con una chiara strategia di lobbying, avremmo potuto incidere. Invece, nel solco di un’ormai consolidata tradizione, la farmacia italiana non riesce a condurre il gioco del proprio futuro e si riduce a rincorrere gli altri. Ci muoviamo sempre in ritardo, e quando lo facciamo fatichiamo a mantenere una rotta precisa”.
Per fronteggiare la concorrenza dei grandi gruppi (che ancora non si sono mossi nell’acquisizione delle farmacie ma ci si aspetta che lo faranno a breve), Gizzi ha proposto di unirsi per creare le efficienze di sistema e la redditività che sono in grado di generare le multinazionali. “Se quasi tutte le farmacie comunali italiane si unissero – ha scritto nell’editoriale del notiziario di Assofarm – avremmo un gruppo di oltre 1.000 punti distributivi sull’intero territorio italiano. Si tratterebbe di una realtà economico-sanitaria con un potere contrattuale impressionante, tanto nei confronti dell’industria quanto verso le Regioni. Avremmo risorse per fare innovazione e sperimentazione in ogni ambito del nostro lavoro. Con ogni probabilità produrremmo utili maggiori di quanto oggi ogni nostra associata è in grado di assicurare al proprio Comune”.
Anche Federfarma e Federfarma Servizi hanno proposto la creazione di una ‘rete delle reti’ che possa riunire in un unico simbolo le migliori forme aggregative di farmacie attualmente presenti nel settore in Italia. Le due associazioni, la prima che rappresenta oltre 16mila farmacie private e la seconda che riunisce le società di servizi per i ‘negozi della salute’, hanno deciso di affidare a una società di consulenza l’incarico di studiare un innovativo modello di rete che consenta di rendere competitiva la farmacia italiana di fronte al nuovo scenario.