Acquistati per chiuderli. Questa sembrerebbe la strategia di Walgreens Boots Alliance, che ha rilevato i negozi del concorrente a stelle e strisce Rite Aid per poi chiudere i battenti di un terzo di questi. In realtà le mire iniziali del gigante statunitense dei drugstore si sono ridimensionate, infrante contro le decisioni dell’antitrust statunitense. Sono infatti più di due anni che Walgreens ha raggiunto un accordo per l’acquisizione di Rite Aid, ma il closing è stato a più riprese contrastato dalle autorità predisposte a valutare il deal: così Walgreens ha dovuto all’inizio cedere 685 punti vendita alla catena Fred’s Pharmacy, poi l’accordo è stato rivisto al ribasso, e dei 4.570 negozi Rite Aid il gruppo avrebbe dovuto acquisirne solo 2.186, per poi arrivare al via libera per 1.932 store. L’ultima notizia arriva dalla stampa americana, che settimana scorsa ha scritto che il colosso guidato dall’americano James A. Skinner e dagli italiani Stefano Pessina e Ornella Barra chiuderà 600 negozi in Usa.
Le 600 farmacie che verranno chiuse saranno probabilmente punti vendita acquisiti da Rite Aid, in particolare quelli che si trovano entro un miglio da altri drugstore Walgreens. L’azienda non commenta la notizia, ma sul sito istituzionale parla di una riorganizzazione della distribuzione che avverrà entro un anno e mezzo dal closing del deal da 4,3 miliardi di dollari, che è previsto a marzo 2018.