L’ex ad di L’Oréal è convinta: “l’Italia è strategica. Qui è prodotto il 60% del make-up mondiale. C’è chi ha la Silicon Valley, noi abbiamo la Make-Up Valley”
“L’Italia nella cosmetica è un mercato strategico perché siamo il Paese della bellezza e del design, e quindi la cosmetica è parte significativa del nostro dna, ma anche perchè il 60% del make-up mondiale è prodotto in Italia, l’80% nel nord, il 50% intorno a Milano. C’è chi ha la Silicon Valley, noi abbiamo la Make-Up Valley, di cui andare fieri come Paese”. Così ha esordito l’ex presidente e AD di L’Oréal Italia Cristina Scocchia, che ha già cominciato una nuova avventura in un fondo di private equity.
Com’è percepita oggi l’industria italiana della cosmetica?
Oggi la cosmetica a livello mondiale è un mercato che vale più di 400 miliardi, di questi l’Italia con oltre 9 miliardi è al decimo posto della classifica. Il settore gode di buona salute e l’industria cosmetica italiana è la quarta in Europa con 35mila occupati. Come ho già detto è un mercato strategico, non solo perché la maggior parte delle principali marche cosmetiche producono nel Paese, ma anche perché la consumatrice italiana è molto esigente ed evoluta ed è sviluppatrice di nuove tendenze.
Quindi di cosa c’è bisogno in Italia per continuare a crescere?
Con questi numeri di eccellenza credo che l’unico problema delle aziende in Italia sia la crescita dimensionale. Ci sono tante, troppe aziende di piccole/medie dimensioni che anche se sono leader nel proprio settore, hanno sempre più necessità di reperire risorse per crescere, per vincere le sfide non solo in Europa, ma anche più lontano. La dimensione aziendale oggi è importante per attrarre anche manager sempre più preparati in grado di affrontare tutte le sfide di un mercato globale.
Quali saranno i trend della cosmetica nei prossimi anni?
Sicuramente il make-up, che ha avuto una grossa spinta negli ultimi tempi grazie ai social network e alla mania dei selfie, e la naturalità. A livello mondiale la cosmetica naturale conta il 9% del mercato e in Italia questa percentuale arriva all’11%, valore che è destinato a crescere. Un consumatore su due è infatti disposto a pagare un prezzo più alto per un prodotto naturale in termini di ingredienti e di rispetto dell’ambiente.
Come vede il canale internet?
Il canale online è in crescita ma non con il trend esponenziale di altre categorie merceologiche, questo non perchè il consumatore non sia pronto ma perchè in Italia non c’è ancora una grande offerta. L’Italia nei prossimi anni sarà ancora un mercato di prossimità, ma mi mi aspetto che il nostro 2% di vendite online acceleri molto, e che in 5 anni si arrivi al 5-6 per cento.
di Chiara Dainese