Per l’ad di Ferragamo Parfums “è un onore essere parte di un gruppo del lusso” . Dove resta centrale l’attenzione all’artigianalità. Una chiave per conquistare i mercati mondiali. A cominciare dalla Cina.
“Essere parte di un gruppo del lusso made in Italy presente in oltre 90 Paesi non può essere che un onore e un prestigio”. Ha così esordito Luciano Bertinelli, amministratore delegato di Ferragamo Parfums che individua nell’importanza dell’artigialità italiana un asset chiave per crescere soprattutto nei mercati asiatici. La prossima sfida? Non derogare il made in Italy, “neanche del 5%”.
Come viene ancora percepito nel mondo il made in Italy?
Sicuramente il made in Italy è un plus. È uno dei valori aggiunti più significativi, soprattutto quando andiamo all’estero. Infatti anche se l’Italia per noi è un mercato importantissimo, Ferragamo Parfums esporta il 90% del proprio fatturato. E in un Paese come la Cina, nostro primo mercato, è un valore fondamentale. Ma altrettanto importante per noi è l’attenzione ai dettagli, la verifica passo dopo passo di ogni step del prodotto, che sia profumo, borsa o calzatura.
Il made in Italy è più riconoscibile nella moda o nel beauty?
Tutto il Gruppo Ferragamo, che oggi fattura 1,5 miliardi di euro e ha una capitalizzazione di circa 5 miliardi, fa del made in Italy un punto chiave della sua filosofia. È un modus operandi che si riflette su tutto il processo produttivo. Nel caso del profumo, significa partire da un’idea elaborata da professionisti italiani e proseguire con lo sviluppo dei singoli componenti sempre sul nostro territorio: il tappo, il flacone in vetro, il packaging… Tutto quello che comporta il processo di sviluppo e l’assemblaggio è oggi realizzato in Italia. Lavoriamo con artigiani italiani e il nostro prodotto, non solo profumi, ma anche la moda, è made in Italy al 99,7 per cento. La famiglia Ferragamo, in particolare il presidente Ferruccio, sono convinti sostenitori della produzione in Italia.
Pensate di allargare la filiera del beauty a skincare o make-up?
Per adesso no, abbiamo ancora molto da raccontare nei profumi e quote di mercato importanti da acquisire nei principali mercati mondiali. Pensiamo alla Cina che è un mercato enorme per numero di persone con potenzialità altissime se si pensa che solo il tre per cento dei cinesi usa abitualmente il profumo. L’e-commerce sarà una leva importante nei prossimi anni ma per i profumi l’esperienza fisica del primo acquisto rimane fondamentale. Già oggi in Asia gli acquisti online crescono a double digit, ma riguardano principalmente i prodotti che già si sono provati.
di Chiara Dainese