Le tensioni tra Usa e Corea del Nord e la conseguente scelta del Governo di Pechino di bloccare il turismo cinese nella penisola coreana, hanno fatto crollare vertiginosamente le vendite dei prodotti di bellezza. Tutto è iniziato lo scorso mese di marzo quando l’amministrazione americana, in seguito al lancio di missili balistici nel Mar del Giappone da parte della Corea del Nord, ha deciso di difendersi dallo strapotere di Kim Jong-Un installando uno scudo militare (Thaad) a sud di Seoul, che dovrebbe entrare a pieno regime a fine 2017. Questo sistema antimissilistico ha messo in allarme la Cina, preoccupata del fatto che radar ad alta potenza potrebbero agire su un territorio molto vasto e intercettare anche i sistemi di sicurezza cinesi, ‘spiarli’ e comprometterne la funzionalità. Il Governo di Pechino ha voluto allora dare un segnale ‘politico’ per bloccare l’installazione del sistema Thaad: ha deciso di non concedere più i visti di ingresso in Corea ai gruppi e ai tour operator, che rappresentano tra il 60% e il 70% del turismo cinese nel Paese asiatico, colpendo così l’economia di Seoul. Fenomeno confermato da Luciano Bertinelli, AD di Ferragamo Parfums, che è presente In Corea da 15 anni con un distributore locale (e negozi di proprietà per le linee moda della griffe): “Ogni mese – ha spiegato a Pambianco Beauty – entravano in Corea 5 milioni di cinesi, e la riduzione drastica di questi ingressi ha impattato sulle vendite travel retail. I consumatori del Dragone infatti sono tra i principali acquirenti di K-beauty. Anche noi abbiamo risentito del calo dello shopping nei duty free degli aeroporti coreani”. Secondo gli indici della società di ricerche L2, nei mesi di aprile e maggio 2017 la vendita di cosmetici coreani è calata del 21%, e per la prima volta lo shopping di bellezza passa in territorio negativo, dato che a dicembre 2016 lo stesso indice riportava per il beauty del Paese una crescita dell’84 per cento.
Una conseguenza di tale débacle delle vendite è stata la scelta da parte di AmorePacific, uno dei più grandi player di bellezza in Corea del Sud, di diversificare maggiormente la sua presenza internazionale, soprattutto in Usa e in Europa, per sottrarsi alla dipendenza dal consumatore cinese. Tra l’altro il colosso beauty ha rilevato che, nel mese di aprile 2017, le vendite online dei suoi prodotti in Cina sono svettate del 40%, a dimostrazione che il divieto di entrare in Corea si è tradotto in uno shopping ‘selvaggio’ in rete. Esperienza che ha portato AmorePacific a decidere in investire molto sull’e-commerce per i prossimi anni.
Nelle ultime settimane sono iniziati segnali di distensione. Il nuovo presidente sudcoreano, Moon Jae-in, eletto lo scorso 10 maggio, non vuole esacerbare le tensioni e ha aperto il dialogo con la Corea del Nord, sospendendo l’installazione in corso per completare il sistema Thaad. Fatto che potrebbe far rientrare il divieto sul turismo cinese nell’area. “Notiamo un miglioramento – ha confermato Bertinelli – perché le vendite negli aeroporti sudcoreani hanno ripreso a crescere”. Il crollo verticale dei cosmetici in Corea potrebbe dunque fermarsi.