Segnali positivi dalle aziende italiane di haircare professionale. La top 15 stilata da Pambianco rivela una crescita dell’11% al traino dell’export. Alfaparf batte tutti.
Bilanci decisamente positivi per gli specialisti italiani di prodotti professionali per capelli, complice l’export, ma anche l’innovazione di prodotto e un’iniziale (seppur lenta) ripresa del canale dei parrucchieri in Italia. Il trend di crescita è dimostrato da uno studio sui fatturati 2015 delle aziende nazionali specializzate in haircare condotto da Pambianco Strategie di Impresa. L’analisi, volutamente, non ha preso in considerazione i bilanci delle multinazionali, al fine di sondare il terreno delle società locali in questo segmento di mercato. Considerando, dunque, le prime 15 aziende per fatturato sul campione analizzato, emerge che quasi tutte riportano un andamento dei ricavi preceduto dal segno ‘più’, tranne Pool Service (gruppo che ha acquisito nel 2015 la società Medavita) che indietreggia dell’1,1%, Pidielle, cui fa capo il brand Elgon, che arretra dello 0,1%, mentre Corani & Partners (Creattiva Professional) chiude a -1,9 per cento. Tutte le altre imprese, invece, crescono. Ne consegue che il fatturato aggregato delle prime 15 aziende italiane che vendono ai saloni di bellezza totalizza 631,3 milioni di euro, in crescita dell’11% sull’anno precedente.
CHI AVANZA DOBLE DIGIT
Il capolista Beauty Business Holding distacca di gran lunga i suoi concorrenti con un fatturato 2015 di 234,5 milioni di euro, in crescita del 13,4% sull’anno precedente. La holding, che nel 2016 è stata incorporata in Alfaparf Group e che consolida diverse società, genera con i brand di haircare professionale (Alfaparf Milano e Yellow) il 53,2% dei ricavi globali. Anche la redditività è molto alta, con un ebitda margin del 19,2 per cento. Le ragioni di questo exploit sono sicuramente legate all’export, dato che l’82% del fatturato è generato fuori dall’Italia, in particolare in America latina. Qui il gruppo conta 4 stabilimenti produttivi (in Brasile, Messico, Venezuela e Argentina) e un altro è situato in Italia, dove serve il mercato domestico ma anche l’Europa, l’Asia e l’Australia. “Abbiamo iniziato la distribuzione in nuovi Paesi – osserva Attilio Brambilla, vice presidente Alfaparf Group Holding – come Corea del Sud, Birmania e Arabia Saudita. Ma ad alimentare i ricavi sono stati anche altri fattori, come l’innovazione di prodotto, il pieno utilizzo della capacità produttiva e il miglioramento dell’efficienza”. Brambilla specifica che l’haircare ha registrato nel 2015 ricavi per 126,5 milioni di euro, in crescita del 13% a cambi correnti (a parità di cambi sarebbe +21%). “Buone notizie anche dalla Cina – aggiunge – dove la crescita è stata sostenuta (+69%) e autorizza a coltivare ambizioni di sviluppo per i prossimi anni”. Al secondo posto della classifica risulta Davines con 94,5 milioni di euro (+16,8%). Nello specifico, il brand Comfort Zone ha chiuso il 2015 a +13% e Davines a +9%, entrambi sul mercato nazionale. “L’Italia ha dato importanti segnali di crescita – dichiara il presidente Davide Bollati – con un +10,6% del fatturato. Noi però restiamo sempre un’azienda di forte sviluppo internazionale, essendo distribuiti in 95 Paesi. Il peso complessivo della nostra attività internazionale è pari a quasi tre quarti del fatturato, circa 68 milioni di euro, in aumento del 19% rispetto al 2014”. Davines è molto impegnata nella difesa dell’ambiente e verso fine 2017 aprirà una nuova sede a Parma, dove convergeranno architettura a basso impatto ambientale, condivisione e produzione sostenibile a km zero. Investimento previsto: 24 milioni di euro. “Si tratta di una nuova esperienza di economia circolare e Csr – conclude Bollati – che mette insieme tutela del paesaggio, qualità dei prodotti e uso efficiente delle risorse. Nella sede di 70mila metri quadrati ci saranno una grande serra e un giardino della biodiversità, da cui selezioneremo gli ingredienti sia per lo sviluppo dei nostri prodotti sia per il ristorante interno”. In terza posizione, cresce a doppia cifra Agf88 Holding * (+15,8%), cui fa capo Pettenon Cosmetics, che totalizza 54,7 milioni di euro. Il gruppo ha anche un’alta redditività, con ebitda margin nel 2015 del 19,1 per cento. “Un risultato – racconta Federico Pegorin, titolare con il fratello Gianni, di Pettenon Cosmetics – dovuto principalmente a un rafforzamento all’estero. Con 93 Paesi serviti, il nostro gruppo si propone come un partner affidabile in grado di assicurare un time to market breve, grazie ai nostri tre siti produttivi, ciascuno con una propria specializzazione”. L’azienda ha investito molto a livello infrastrutturale: da luglio è operativo il nuovo laboratorio microbiologico che ha l’obiettivo di garantire maggiore sicurezza e qualità ai prodotti. E non mancano progetti per il 2017: “Vogliamo potenziare il reparto logistico per migliorare le nostre spedizioni – sottolinea Pegorin – e investiremo in formazione, sia internamente, con corsi specifici rivolti al personale, sia esternamente, con training rivolti ai professionisti che utilizzano i nostri prodotti. Infine, ci focalizzeremo sul consolidamento delle nostre filiali”. Altra azienda che ha fatto un grande balzo in avanti è Tricomef (Tricologica), in decima posizione, con un giro d’affari di 18,7 milioni di euro (+30,8%).
Infine, anche la 15esima classificata ha spinto l’acceleratore a doppia cifra: Landoll con il marchio Nashi Argan è cresciuta del 27,4% a 12,9 milioni di euro. L’azienda realizza l’85% del fatturato con il canale professionale, il restante lo genera con la vendita ai consumatori attraverso i 6 negozi monomarca. “I Nashi Argan Store sono per noi molto importanti – sottolinea Fabrizio Ascoli, AD di Landoll – perché danno visibilità al marchio, aumentano la brand awareness e, di conseguenza, i nostri prodotti diventano più credibili per i saloni di bellezza. Non c’è competizione tra i due canali, perché i parrucchieri si avvantaggiano della comunicazione generata attraverso il retail diretto”. Infatti, Ascoli prevede per il 2017 di raddoppiare la quota retail (che attualmente copre il 15% del fatturato) e, contemporaneamente, di incrementare del 30% le vendite sell-in ai parrucchieri. Nel marzo di quest’anno, l’AD prevede di aprire un centro esperienziale, che diventerà a tutti gli effetti la nuova sede di Nashi Argan, aperta a tutti i clienti. “Sarà un hub – conclude Ascoli – che si svilupperà come negozio, servizio, spazio eventi, accademia per la formazione e ospiterà anche parte degli uffici. La location è ancora top secret”.
COMUNICAZIONE E BRAND EXTENSION
In quarta posizione nella top 15 si trova Kemon, che avanza del 5,6% a 29,5 milioni di euro. “Il 2015 è stato un anno di forte crescita all’estero – commenta Francesca Nocentini, direttore marketing Kemon – e di grande ripresa interna. Risultati confermati nel 2016, con un importante +12% in Italia”. La manager aggiunge che nel 2017 l’azienda investirà nella riformulazione del packaging e in campagne di comunicazione, consolidando le pubblicazioni del progetto editoriale ‘The Italian Touch’, magazine cartaceo e online sulla cultura dell’hairstyling in abbinamento alla moda, all’arte e al design. Progetti anche per Framesi, in settima posizione a 24,6 milioni di euro (+5,5%): per offrire un servizio sempre più completo, l’azienda ha aggiunto alla produzione di articoli per capelli, una capsule collection di make-up. Si tratta di una proposta innovativa nel mercato dei brand haircare per il canale professionale. “In questo modo – spiega Fabio Franchina, presidente di Framesi – vogliamo dare un’indicazione di stile completa, che parte dalle tendenze in fatto di abbigliamento con un book che lanciamo ogni 6 mesi e che associa moda, capelli e, appunto, il trucco. Offriamo quindi un supporto consulenziale per un look coerente nel viso, nei capelli e nell’outfit”.
* L’azienda precisa che nel 2015 la ragione sociale era Pettenon Cosmetics, mentre Agf88Holding (holding che comprende anche G&P, Onetech e Bioscomethics) è stata istituita nel 2016
di Vanna Assumma