I beauty-integratori sono il trend del momento. star e celebrities dettano la linea, ma il fenomeno sta diventando globale. Solo in italia vale 2,6 miliardi di euro.
Pillole della bellezza che promettono di farti diventare più giovane, più magra o perfino più profumata, come le capsule messe in commercio dalla marca giapponese Pillbox, che danno la possibilità, in 30 minuti dall’ingestione, di avere la pelle profumata per circa sei ore! Gli integratori sono la nuova tendenza sugli scaffali, non solo delle farmacie, ma anche di erboristerie, drugstore e perfino profumerie tradizionali, tanto da spingere star della tv come Kim Kardashian a far incapsulare la placenta del suo secondo parto in pillole ‘miracolose’ per pelle e capelli. Cantanti, top model e star postano su Instagram immagini di colazioni e pranzi potenziati con le cosiddette ‘beauty pills’. Questo è un fenomeno che, solo in Italia, secondo i dati di New Line Ricerche di Mercato e Iri, nel 2016 ha raggiunto un valore di circa 2,6 miliardi di euro, con ben 8 italiane su 10 che utilizzano integratori di bellezza almeno una volta l’anno.
MA COSA SONO?
Per ‘beauty pills’ però, non si intendono soltanto i tradizionali integratori alimentari, pensati per compensare eventuali mancanze di vitamine o sali minerali. Il nuovo tormentone in fatto di beauty ‘pret-à-porter’ ha un obiettivo diverso: fare un vero e proprio pieno di bellezza a favore principalmente di pelle, corpo, unghie e capelli. Negli ultimi anni, infatti, si è sviluppato un nuovo approccio alla cosmetica: la Nutricosmetica ovvero, l’idea che la bellezza si può aiutare dall’esterno, ma anche, e forse ancor di più, dall’interno. Gli integratori antirughe e di bellezza appartengono proprio a questa categoria che raggruppa tutti quei prodotti dietetici appositamente formulati per migliorare la salute e la bellezza della pelle. A loro volta, i nutricosmetici rientrano nella categoria dei nutraceutici, termine generico utilizzato per indicare gli alimenti ed i prodotti alimentari o dietetici che contribuiscono a mantenere o migliorare lo stato di salute di un individuo, risultando utili a livello generale e nel trattamento o nella prevenzione di specifiche malattie. Un classico vero e proprio sono gli integratori per i capelli (quelli consigliati prima della caduta stagionale, in autunno e in primavera), pieni di minerali, vitamine e aminoacidi che stimolano proprio la ricrescita pilifera. Ma poi ci sono tutti i prodotti anti-cellulite a base di estratti di piante, fiori o frutti (dai gambi d’ananas al tè verde), quelli che drenano i liquidi o che purificano la cute (aiutando a combattere l’acne o a stimolare la produzione di melanina), e soprattutto, gli anti età che combattono l’avanzare delle rughe.
UN MONDO IN PILLOLE
Il mercato globale degli integratori alimentari vale oggi oltre 66 miliardi di euro e le prospettive di maggiore crescita riguardano il mercato americano e asiatico: in primis Usa, Cina, Giappone e Corea del Sud. I dati resi noti da New Line Ricerche di Mercato e Iri confermano che il mercato degli integratori in Italia, a febbraio 2016, ha raggiunto un valore di poco superiore ai 2,559 miliardi di euro, per un totale di circa 185 milioni di confezioni vendute. Il trend a valore è del +7,7% sostenuto da un incremento dei consumi del +6,6 per cento. “L’integratore – ha commentato Marco Fiorani, presidente di Federsalus (l’associazione nazionale produttori e distributori di prodotti salutistici, che è anche l’associazione italiana rappresentativa del settore degli integratori alimentari) – gioca ormai un ruolo da protagonista nel settore dell’healthcare, ma si muove ancora in un quadro regolatorio acerbo e poco rappresentativo della realtà della domanda e dell’offerta”. Fuori dal nostro Paese, il mercato più recettivo per i prodotti di bellezza assunti per via orale (“bfw”, cioè beauty from within) è quello dell’Asia-Pacifico, che nel 2014 ha coperto il 40% delle vendite globali, e secondo i dati Kpmg entro il 2017 dovrebbe raggiungere i 63,5 miliardi di dollari, sulla scia di un sempre maggior interesse per tematiche di salute e benessere. Per Sergio Liberatore, general manager di Ims Health Italia, il punto forte degli integratori è l’innovazione: oltre duemila nuovi prodotti all’anno lanciati o riproposti in nuova confezione o indicazione (2.084 nel 2013, 2.286 nel 2014 oltre i duemila nel 2015 con un prezzo medio che sfiora i 15 euro). Accanto alle aziende specializzate, infatti, l’industria degli integratori si compone di aziende di primo livello di matrice farmaceutica, ma sempre più spesso operano anche nell’industria cosmetica.
PROSPETTIVE DI CRESCITA
Dati alla mano, il mercato italiano di settore risulta essere il più grande in Europa, con prospettive di crescita decisamente interessanti. Questo settore, quindi, continuerà a crescere per creare sempre più prodotti soprattutto dedicati alla bellezza e al ringiovanimento della pelle. “I cosmetici e integratori venduti in farmacia vanno al sodo, devono essere soprattutto funzionali e dotati di prove cliniche di efficacia e sicurezza che superano di gran lunga anche gli obblighi di legge”, ha precisato Stefano Fatelli, presidente del gruppo cosmetici in farmacia di Cosmetica Italia. “Nel 50% dei casi – ha proseguito Fatelli – consumatori che entrano in farmacia non chiedono marchi specifici di cosmetici ma soluzioni ai problemi estetici di pelle e capelli, seguendo i consigli dei farmacisti”. L’invecchiamento della popolazione, gli stress ambientali, lo spostamento verso procedure cosmetiche meno invasive, un aumento della cultura alimentare e un consumatore sempre più sofisticato saranno i fattori trainanti di questa categoria di prodotti. “Il mercato nutraceutico si caratterizza per il proprio approccio competitivo focalizzato da una parte sull’innovazione di prodotto – ha dichiarato Lorenzo Brambilla, director Consumer Health di Ims Health Italia – e dall’altro sulla comunicazione sia diretta al consumatore attraverso la pubblicità sia nel punto vendita con attività di trade marketing. è un mercato che cresce anche perché questi prodotti sono spesso utilizzati in associazione alle terapie o come strumento di prevenzione, tendenza che ha implicazioni importanti nella sfera comunicativa tra farmacista e cliente”.
di Chiara Dainese