Esplode il filone della cosmesi halal, cioè che segue le prescrizioni dettate dal Corano: per questi prodotti c’è un mercato potenziale grande quanto un quarto della popolazione mondiale.
Esplode il mercato della bellezza conforme alle regole dettate dal Corano. Halal, che in arabo vuol dire ‘lecito’, è tutto quello che un musulmano può fare, mangiare e usare per la cura del proprio corpo. Ma il ‘lecito’ può anche essere accattivante. “Si tratta di prodotti che, per la loro attenzione a ingredienti naturali, processo di produzione, commercio etico e rispetto per l’ambiente, sono apprezzati anche dal consumatore non musulmano, insieme ai prodotti bio, vegan e organici”, ha commentato Annamaria Aisha Tiozzo, presidente dell’ente di certificazione halal italiano Whad (World halal development). Negli ultimi anni, questo termine si è diffuso soprattutto nel mondo della cosmesi, dove oggi sono nate vere e proprie linee di prodotti destinati alle donne e agli uomini islamici che vogliono attenersi ai dettami del Corano anche quando si tratta di prendersi cura della propria immagine. “È di 11mila euro la spesa annua stimata in cosmetica per una consumatrice dei paesi arabi – ha proseguito Tiozzo – di 9mila euro quella per l’uomo. Si arriva a 40mila euro per le donne degli Emirati Arabi Uniti”. Halal sono soprattutto i prodotti per l’igiene personale e il make up, ma sta crescendo molto anche la richiesta di linee per la detersione dei capelli e per le spa mueslim friendly con spazi e orari dedicati a sole donne e a soli uomini e grande attenzione per l’ambiente e il trattamento dei rifiuti. Sulla scia di questo fenomeno, sono richiestissimi anche i prodotti kosher, cioè quelli ammessi dalla religione ebraica. In questo caso, si tratta di formulazioni che non contengono derivati di grano, orzo, farro, avena e segale. Nella lista sono compresi anche i profumi e gli altri prodotti che contengono alcol etilico.
NUMERI IN ASCESA
Secondo uno studio commissionato dal governo di Dubai alla Thomson Reuters, sono circa 2.000 i miliardi spesi dai musulmani nel mondo tra cibo (1.292 miliardi spesi, che si prevede diventino 2.536 nel 2019) e vestiario (708 miliardi), una cifra che è destinata a raddoppiare nel 2019. Il settore della moda è seguito dal turismo (140 miliardi) e dai prodotti islamici per la cosmesi (72 miliardi). Per i credenti dell’Islam, comprare solo questi è un obbligo. Il che significa che per questi prodotti c’è un mercato grande quanto un quarto della popolazione mondiale. Non solo: secondo l’ultimo report dell’inglese Euromonitor, entro il 2030 i consumatori di religione musulmana peseranno per il 26% dei consumi mondiali.
PRIMO PADIGLIONE LECITO
I prodotti bio e naturali dettano i trend beauty per il 2016-17. Lo segnala anche Cosmoprof Worldwide Bologna, la principale manifestazione del settore, che segnala il boom dell’area dedicata alla cosmesi green (+22,15%) con aziende che usano solo ingredienti naturali certificati e di produzione locale, estratti da fiori, frutti, cortecce, cere, oli essenziali, e alcol biologico. Per la prima volta, quest’anno, la fiera ha ospitato all’interno del padiglione dedicato alla cosmesi naturale anche il progetto ‘Halal beauty care and Spa’, area espositiva riservata alle aziende nazionali e internazionali di prodotti certificati halal. “La cosmesi halal è una necessità particolarmente sentita dai consumatori del sud Est Asiatico e del Medio Oriente – ha sottolineato Dino Tavazzi, consigliere delegato di Cosmoprof – ma riguarda anche le aziende italiane ed europee, visto che l’80% dei prodotti cosmetici venduti nei Paesi del Golfo Persico proviene dal Vecchio Continente con Italia e Francia in testa”. Presente in fiera, tra gli espositori, l’italiana RF Cosmetici che ha deciso di lanciare la linea Nuage de Beautè nel totale rispetto per il Corano. “Abbiamo deciso di realizzare una linea skincare halal – dicono dall’azienda – che sarà distribuita non solo nei Paesi a forte compagine musulmana, ma anche nelle spa e nei resort europei che sono pronti all’accoglienza di un turista, quello musulmano, particolarmente attento alla coerenza dei suoi consumi con i suoi precetti religiosi”.
TERME MUSLIM FRIENDLY
Ad Abano, a maggio 2015, sono state inaugurate le terme halal: delle strutture che adottano particolari accorgimenti per riuscire ad accogliere i clienti musulmani. Alcuni esempi: nella piscina si entra a turni, donne e bambini (fino ai 10 anni) entrano la mattina, mentre gli uomini al pomeriggio. La zona manicure e parrucchiere è ben coperta e lontana da qualsiasi vista maschile. “Una decina di strutture in Veneto hanno cominciato il percorso e altre 20 ci hanno contattato per partire a breve – ha sottolineato Tiozzo – per posizionarsi in un mercato finora poco battuto, ma anche all’interesse per altre culture e alla voglia di aprirsi alle esigenze dei nuovi clienti”.
BEAUTY CASE HALAL
Le donne musulmane, in generale, sono molto attente alla cura della propria persona, lo testimonia proprio l’infinito numero di spa e centri di bellezza sparsi nei principali Paesi Arabi: sotto le tuniche e i veli le donne musulmane hanno infatti make-up perfetti e capelli curati. L’azienda più accreditata nel mondo halal è la britannica Saaf, una delle prime ad accorgersi delle potenzialità delle consumatrici musulmane in Europa. Produce profumi no alcol, rossetti e lip gloss senza grasso di animale. Oggi l’azienda esporta nel Medio Oriente e oltre il 75% delle vendite è fatta a clienti musulmani. Sempre in Gran Bretagna è in vendita Halo, crema idratante inodore e senza alcool, pensata appositamente per il pellegrinaggio alla Mecca, che è divenuto un prodotto unisex, conquistando anche il pubblico maschile. Layla Mandi, canadese convertitasi all’Islam e make-up artist, ha creato la linea halal One Pure Skin acquistabile anche online. Da poco ha ottenuto la certificazione halal per il mercato italiano ed è in progetto anche una linea tutta al maschile. Anche The Body Shop è molto acquistata dai musulmani perché offre prodotti naturali e non testati sugli animali. E persino le multinazionali del beauty si stanno aprendo questo segmento. Il colosso americano Revlon ha aggiunto alla linea di prodotti per capelli due tinte, Colorsilk e Colorsilk Luminista, certificate halal. E un altro big della bellezza come Shiseido ha introdotto la certificazione halal in Vietnam e in Malesia e sta valutando l’ampliamento in altri Paesi. Infine, anche diversi prodotti del brand Estée Lauder sono conformi alle normative islamiche, così come gli articoli per l’igiene orale di Colgate Palmolive.
di Chiara Dainese