Secondo l’analisi pambianco, il fatturato dei primi 15 drugstore avanza del 4,3% nel 2016. ma ormai la crescita è legata solo agli opening. il futuro del canale è in un modello assistito che si apre al benesssere.
Il canale dei drugstore è a un punto di svolta. Non cresce più come in passato, e l’avanzamento è legato quasi esclusivamente alle nuove aperture. Infatti l’analisi di Pambianco Strategie di Impresa sui fatturati 2016 delle aziende che gestiscono questi punti vendita (vedi pagina seguente) evidenzia una crescita del 4,3% per i primi 15 player, che totalizzano oltre 2,3 miliardi di euro. Questo incremento comprende anche l’ingrosso e altre attività inserite nel bilancio degli operatori, ma l’elemento principale che motiva la crescita è il lancio di nuovi negozi. A giugno 2016, la società di ricerche Iri contava 200 punti vendita in più nel canale drug rispetto a giugno 2015. Molti operatori sostengono che, a rete costante, il settore sarebbe flat, se non in calo. “Cresciamo solo per le nuove aperture”, ha confermato Nando Barbarossa, vicepresidente del Consorzio Acqua & Sapone e presidente di Top 20, società che gestisce i drugstore di Cesar. Questi ultimi sono aumentati quest’anno di 16 punti vendita, dopo 20 opening dell’anno scorso. “In questo canale – ha aggiunto – c’è molta deflazione, soprattutto nel comparto toiletries. In questo segmento del mass market calano i prezzi perché c’è molta competizione e i consumi non aumentano. Viceversa, si mantengono stabili i prezzi del comparto profumi”. Barbarossa ha spiegato il motivo per cui in Italia si aprono ancora tanti punti vendita: “Nella Penisola il drug copre, a livello di fatturato, il 25% del settore bellezza/casa, mentre all’estero questa quota sale al 50 per cento. Si ritiene pertanto che ci siano ancora margini di crescita”. Ilario Merlino, DG dell’insegna Il Tulipano (Gruppo Vega), ha confermato che la crescita avviene solo a rete corrente e ha aggiunto che i drug hanno ‘rubato’ quote di mercato sia alle profumerie sia alla grande distribuzione: “Aumentano nei nostri store le concessioni delle aziende di profumi – ha raccontato – che si allontanano dai negozi di profumeria troppo tradizionali. Invece, per quanto riguarda toiletries e mass market, ci confrontiamo con un settore, quello della Gdo, che ha un approccio muscolare al mercato”. Merlino fa riferimento agli ipermercati che stanno ampliando l’assortimento beauty e introducono nuovi spazi come le parafarmacie all’interno delle grandi superfici. Motivo per cui i drug dovrebbero allontanarsi dal modello mass market generalista.
VERSO L’UPGRADING
Se i drug in passato hanno ‘rubato’ quote di mercato alla grande distribuzione, il gioco oggi si sta esaurendo perché i retailer di ipermercati/supermercati stanno ampliando e rafforzando i loro comparti bellezza. Il futuro dei drug allora deve giocare su un’altra carta, che è quella della differenziazione: “I drug – ha osservato Merlino – devono aumentare ancora di più la loro specializzazione, soprattutto nei prodotti dove c’è bisogno dell’assistenza del personale, che appunto non offre il supermercato. Penso ad esempio all’area del naturale, dell’ipoallergenico”. Il DG di Il Tulipano pensa che, in futuro, nei drug si ridurrà l’importanza degli articoli di massa, a favore dei prodotti che devono essere ‘spiegati’ alle clienti da commesse preparate. Sono questi infatti gli articoli che faranno la differenza. Per differenziarsi dai competitor, Dmo ha lanciato un nuovo format: le insegne Cad, Determarket e Target si stanno trasformando in Caddy’s, un nuovo concept di negozio specializzato con metratura più ampia rispetto alle precedenti e maggiore trasversalità di offerta. Infatti, i nuovi Caddy’s si sviluppano su superfici tra 800 e 1.000 metri quadrati ed espongono una vasta gamma di personal care e cosmesi, un minor assortimento di detergenza casa rispetto al passato, e vedono la presenza di parafarmacie con farmacisti professionisti, prodotti per l’infanzia e integratori alimentari, articoli per celiaci e intolleranti. “Contiamo 200 punti vendita – ha sottolineato Fabio Celeghin, presidente di Dmo – e stiamo rimodulando i nostri store. Quest’anno abbiamo chiuso 6 negozi perché troppo piccoli e ne abbiamo aperti 8 con il nuovo format. Per quanto riguarda le aree geografiche, ci stiamo lentamente spostando dal Triveneto per aprire di più in Lombardia”. L’urgenza dell’innovazione è sentita anche dall’insegna Saponi & Profumi, della società Quattro: “Bisogna andare verso un altro modello – ha illustrato il presidente Salvatore Pilloni – e cioè verso il concetto di benessere. Per questo ridurremo la detergenza casa al 20% del totale assortimento, mentre porteremo il beauty all’80 per cento. In futuro, inoltre, aggiungeremo integratori, alimenti per bambini, tisane/thé, cosmetica biologica, il tutto secondo la filosofia dello ‘stare bene’, del cosiddetto welness drug”. Anche Barbarossa ha introdotto quest’anno gli integratori alimentari all’interno di 55 negozi (tra i suoi 230) dell’insegna Acqua & Sapone e, in futuro, prevede di mettere in assortimento il parafarmaco. Si va insomma verso prodotti di benessere che richiedono maggiore consulenza, sia per differenziarsi dalla Gdo sia per affrontare una concorrenza più agguerrita. Infatti, ha recentemente varcato le Alpi il drugstore austriaco Dm drogerie markt, che ha aperto una sede in Italia a San Giovanni Lupatoto, in provincia di Verona, con l’obiettivo di una lunga serie di opening. Con oltre 55mila dipendenti e più di 3.300 sedi, Dm è presente con filiali in 12 Paesi europei, e nel 2015 ha registrato un fatturato di circa 9 miliardi di euro.
di Vanna Assumma