I dati 2017 evidenziano che l’export È il vero volano della crescita per le aziende della bellezza. viceversa il mercato interno non decolla, i consumi sono sostanzialmente flat. poco dinamiche, in particolare, le profumerie.
Il mercato della cosmesi in Italia è sostanzialmente a due facce: crescono le aziende (grazie all’export), mentre i canali avanzano con percentuali risibili che denotano una situazione di grande difficoltà nei consumi interni di bellezza. Lo evidenziano le previsioni 2017 e i dati sul primo semestre dell’anno forniti da Cosmetica Italia. Il fatturato dell’industria cosmetica nella Penisola crescerà quest’anno del 4,6%, avvicinandosi a 11 miliardi di euro, simile all’andamento del 2016 quando la spinta in avanti era stata del 5,3 per cento. L’export fa goal ancora una volta: i beni che passeranno la frontiera italiana genereranno un giro d’affari di 4,7 miliardi di euro (+9,5%). Discorso diverso invece per i consumi interni, che crescono solo dell’1% a valore per 10 miliardi di euro, mentre si registra un calo generalizzato dei volumi. “Il motivo è che l’Italia fatica a seguire i ritmi dell’economia mondiale e dell’Europa in particolare – osserva Andrea Positano, responsabile del Centro Studi di Cosmetica Italia – e infatti il Pil italiano è atteso nel 2017 all’1,2%, contro l’1,9% dell’area europea e il 2,1% degli Stati Uniti”.
I CANALI TREMANO
Le difficoltà quindi non riguardano i conti delle aziende, che beneficiano dell’export che rimane un toccasana per i bilanci, ma piuttosto i valori dei canali in Italia. Considerando il primo semestre di quest’anno, i ricavi delle profumerie sono calati dello 0,5% e a chiusura 2017 si prevede per questi punti vendita una situazione flat, che conferma quindi un valore attorno ai 2 miliardi di euro. Negli ultimi due anni si era assistito a un’iniziale ripresa del canale, ma nel 2017 il vento favorevole si arresta. Tra l’altro, il valore delle vendite risente dell’aumento del prezzo medio dei prodotti che è all’incirca del 7 per cento. “L’aumento dei prezzi è pericoloso – aggiunge Positano – perché all’inizio la marginalità ne beneficia ma poi il gioco si esaurisce”. Il responsabile Centro Studi dell’associazione ritiene che le profumerie debbano recuperare un gap nell’offerta: “Il grosso del fatturato del canale – sottolinea – è fatto con i profumi e con le creme, mentre questi negozi devono riconquistare terreno sulle categorie make-up e personal care”. Leggermente meglio le farmacie, che archiviano il primo semestre senza exploit con ricavi a +0,5%, confermati a fine anno per un valore di 1,84 miliardi di euro. “In questo canale – sottolinea Positano – pesano i timori riguardo alle conseguenze del Ddl Concorrenza, che apre ai grandi capitali la proprietà delle farmacie e che influirà sugli equilibri del mercato”. Timori che provocano un sostanziale immobilismo del canale. Stessa crescita (+0,5% nel semestre e +0,7% a fine anno) è prevista per la grande distribuzione, la quale però accusa il forte rallentamento del format grandi superfici. Cosmetica Italia ha registrato un calo del 4% per ipermercati e supermercati, mentre i drugstore e i monomarca (che fanno parte di questa voce) crescono. I primi avanzano del 6%, anche grazie alle recenti aperture sul territorio. Continua invece la ripresa dei canali professionali, già iniziata l’anno scorso quando i saloni di bellezza hanno chiuso con un segno ‘più’ davanti ai conti, invertendo la lunga serie di bilanci in negativo. Nel primo semestre 2017 gli acconciatori mettono a segno un +1,5% del fatturato, per chiudere l’anno a +1,8 per cento, mentre i centri estetici mettono a segno un +2,2% nei sei mesi e un +2,3% nei 12 mesi. Le erboristerie continuano nel loro andamento lento: +0,8% nel semestre e +0,9% a fine 2017.
E-COMMERCE AVANTI TUTTA
Le vendite online sono il vero fenomeno del momento, con un trend previsto di oltre 30 punti percentuali, prossimo ai 300 milioni di euro. Le vendite dirette, che comprendono e-commerce e vendite a domicilio, avanzano nel semestre del 7,5% e in tutto l’anno si prevedono a +8,5 per cento.
di Vanna Assumma