L’Italia si conferma chiave per i produttori di cosmetica mondiale. Nel 2016, le principali 25 aziende con passaporto straniero sono cresciute del 5,1%, migliorando rispetto alla performance dell’anno precedente.
Italians do it better … anche nel beauty. A ricordarlo, “con orgoglio”, è stata Cristina Scocchia (ex presidente e AD di L’Oréal Italia e oggi AD di Kiko) durante il primo Beauty Summit di Pambianco organizzato in Borsa Italiana a Milano lo scorso mese di maggio. Se la California ha la sua Silicon Valley, l’Italia ha la sua “Make Up valley”, perché il 60% di rossetti, fard e ombretti venduti nel mondo è Made in Italy. Lo sanno bene le aziende a targa estera che hanno aperto una filiale per commercializzare, e in gran parte anche realizzare, i loro prodotti nel nostro Paese, e che nel 2016 hanno aumentato la velocità di crescita. Si tratta di società molto importanti a livello mondiale, a volte quotate nei propri mercati di riferimento, con marchi riconosciuti dai consumatori e che commercializzano i propri prodotti in diversi segmenti (skincare, make-up e fragranze) e in diversi canali che vanno dalle profumerie, alle farmacie, alla grande distribuzione fino al porta a porta. Esaminado la classifica delle principali aziende del campione elaborato da Pambianco Strategie di Impresa, le 25 filiali italiane di aziende estere più significative sul piano dei ricavi hanno chiuso il 2016 con un fatturato pari a 2,20 miliardi di euro segnando un incremento del 5,1% sul 2015, in miglioramento rispetto al tasso di sviluppo dell’anno precedente (4,5%). È importante segnalare che ben 21 filiali prese in esame dallo studio hanno chiuso il 2016 con un aumento di fatturato, e per sette di queste si è trattato di un incremento a doppia cifra. Queste aziende guardano all’Italia non solo come polo produttivo d’eccellenza, ma come vero e proprio mercato di riferimento per la qualità del consumatore che è ritenuto molto evoluto, molto informato (grazie al web e ai social media), più consapevole rispetto al passato e meno legato al canale in termini di fidelizzazione e quindi più indipendente nella scelta di dove acquistare. Questa è proprio una delle ragioni principali che hanno contribuito ad aumentare il dinamismo e la nascita delle filiali delle aziende della bellezza straniere, che già una trentina d’anni fa hanno iniziato ad operare direttamente in Italia. E guardando i numeri, in particolare nel 2016, hanno fatto la scelta giusta.
di Chiara Dainese