Le aziende cosmetiche italiane crescono grazie alle esportazioni, essendo la quota generata sul mercato interno nel 2016 in aumento solo dello 0,5 per cento. Viceversa, il valore dei cosmetici che oltrepassano il confine italiano è salito l’anno scorso del 12,7% a 4,3 miliardi di euro, che è pari all’1% del totale export italiano. Sono dati forniti da Cosmetica Italia, che stima che il 64% della bellezza che va all’estero, ovvero 2,7 miliardi di euro, è generata da aziende italiane e non da filiali di gruppi stranieri che scambiano i prodotti da un Paese all’altro. Quest’ultimo fenomeno, definito intercompany, rappresenta solo l’11% del totale beauty italiano che va all’estero, ovvero 470 milioni di euro. Il contoterzismo italiano invece copre il 25% del totale export di cosmetici, cioè poco più di un miliardo di euro, ed è in crescita del 4,2% rispetto al 2015.
Sono dati che dimostrano la forte propensione all’export da parte delle aziende italiane, ma questa tendenza sconta un certo immobilismo. Infatti i Paesi di destinazione delle merci sono sempre gli stessi, Europa con Germania in primis, seguita dagli Usa. Rimangono mercati ancora da conquistare quelli asiatici. Infatti secondo una ricerca di Pambianco Strategie di Impresa su dati Cosmetica Italia, il 57% dell’export di cosmetici è indirizzato a 10 Paesi (Germania, Francia, Stati Uniti, Regno Unito, Spagna, Hong Kong, Paesi Bassi, Emirati Arabi Uniti, Polonia, Belgio) e tra questi non sono presenti mercati asiatici, a parte Hong Kong. Da ciò si deduce come ci siano ancora molte possibilità di sviluppo per il beauty italiano in Asia, dove operano già player forti ma si tratta comunque di un continente con elevati tassi di crescita.