Da metà maggio il mercato della cosmetica italiana ha decisamente un nuovo equilibrio, che ridisegna i pesi in campo dei diversi protagonisti, ma anche le prospettive della distribuzione nazionale. A sparigliare le carte è stata l’acquisizione, da parte della filiale italiana del gruppo Douglas, delle profumerie Limoni e La Gardenia, le due insegne controllate dal Leading Luxury Group (Llg). L’operazione di fatto aggrega il primo e il secondo player del mercato italiano delle profumerie, creando una nuova realtà capace di oltre 600 store nella penisola, per un giro d’affari aggregato che raggiunge i 500 milioni, in base ai dati 2015. In questo modo il nuovo gruppo accumula una forza preponderante aumentando la distanza dai competitor, visto che sul terzo gradino del podio dei distributori nazionali c’erano, sempre nel 2015, Marionnaud con un fatturato di circa 70 milioni e Sephora (nostra valutazione), di cui come consuetudine LVMH non comunica i dati di vendita specifici. E, soprattutto, aumenta la propria quota di mercato. I consumi di cosmetica nazionale, nel 2016, hanno sfiorato i 10 miliardi di euro, ma se si considera il solo canale Profumeria, il consumo è stato di circa 1,8 miliardi di euro. In questo ambito, dunque, il peso del nuovo gruppo si attesta sopra il 25 per cento. Ovvero un quarto del mercato. L’altro aspetto da considerare è il confronto con i produttori. Il leader italiano, L’Oreal, nel 2016, escludendo il business industriale di Settimo Torinese, ha fatturato circa un miliardo di euro. Il rapporto più significativo va costruito sui numeri specifici della distribuzione in profumeria. Qui i dati dell’azienda francese non sono disponibili, ma immaginando per il canale profumeria una quota tra il 40% e il 50% del giro d’affari complessivo del gruppo transalpino, si può ipotizzare un valore compreso tra i 400 e i 500 milioni. Ed ecco che la dimensione del distributore Llg-Douglas è pari a quella del produttore leader l’Oreal. Quanto basta per aprire un nuovo scenario nel mercato.
David Pambianco