L’ad di Istituto Ganassini è convinto che la cosa più importante oggi sia “riprodurre nel settore cosmetico la qualità di un’azienda farmaceutica e così assicurare al consumatore benessere e sicurezza”.
Istituto Ganassini di Ricerche Biochimiche con oltre 80 anni di storia e un fatturato (di gruppo) di circa 135 milioni di euro, è pronto, grazie alla quarta generazione della famiglia, a proseguire la marcia verso l’estero iniziata qualche anno fa con importanti acquisizioni. “Continuiamo a crescere all’estero direttamente e in particolare nei mercati raggiungibili in due ore d’aereo. Lascio invece alla gestione di distributori-partner i mercati più lontani come la Cina o più maturi come gli Usa. Stiamo guardando oggi con attenzione anche al Sud America, mercato in forte crescita”. Sono queste le strategie di Giuseppe Ganassini, AD di Istituto Ganassini, che oggi insieme alla famiglia è alla guida della società milanese.
Ci racconta un po’ di storia?
Il mio bisnonno Domenico Ganassini di Camerati, professore ordinario di Chimica all’Università di Pavia, ha fondato a Milano l’Istituto di Ricerche Biochimiche Ganassini nel 1935. Nel 1970, devo dire con grande lungimiranza, mio padre ha deciso di convertirla, ma non del tutto, in azienda cosmetica. Ormai realizziamo quasi l’80% del fatturato con la cosmetica, e in particolare con il nostro brand di punta, Rilastil, che copre metà dei ricavi. Una parte di farmaceutica l’abbiamo comunque mantenuta e soprattutto abbiamo continuato a seguire l’iter farmaceutico nello studio dei prodotti.
Oggi come vede il canale farmacia?
Negli ultimi 10 anni questi punti vendita hanno fatto un salto qualitativo notevole e il farmacista non è più un semplice dispensatore di medicinali. Oggi la nostra rete commerciale copre 16mila farmacie, ma alcune fanno capo a piccole catene, per cui abbiamo rapporti diretti con circa 7mila clienti, tra società e farmacie indipendenti. Se cambiasse la legge, si andrebbe via via a ridurre il numero dei referenti e questo potrebbe comportare una maggiore efficienza, ma anche maggiori difficoltà. È anche vero che i player sarebbero pochi gruppi imprenditoriali, con più potere contrattuale, ma probabilmente acquisteranno volumi maggiori.
Per crescere all’estero avete fatto acquisizioni?
La mia generazione, la quarta della famiglia, si è sforzata molto sull’espansione internazionale. Oggi ci vuole veramente parecchio capitale per finanziare una buona crescita all’estero. I mercati in cui siamo più presenti sono la Spagna, dove abbiamo acquisito Dermofarm, la Francia, dove abbiamo comprato il marchio Compagnie de Provence, il Portogallo e la Germania.
di Chiara Dainese