Le erboristerie in Italia crescono, ma ancora c’è tanta strada da fare. È quanto si deduce dall’assemblea del Gruppo Cosmetici Erboristeria di Cosmetica Italia, nel corso della quale Andrea Positano ha presentato i dati sulle vendite green. Secondo il responsabile Centro Studi dell’associazione, le vendite nelle erboristerie (negozi multimarca e monomarca) nel primo semestre 2016 si stimano a +2%, mentre nel 2015 erano avanzate del 2,9%, per un valore assoluto di 431 milioni di euro (4,4% del totale consumi beauty). Confrontando le vendite delle diverse tipologie di prodotto tra i vari canali, lo shopping maggiore di articoli per il corpo è fatto in erboristeria (26%), seguito da farmacia (25%), da iper-super (19%) e profumeria (7%). Per quanto riguarda le motivazioni all’acquisto, secondo un’indagine Gfk, la più alta segnalazione dell’importanza del front-man (o commessa) è legata proprio all’erboristeria (23,4%), mentre il valore del farmacista viene considerato dal 22,8% del target intervistato. Secondo un’elaborazione di Cosmetica Italia su dati Mintel, nel 2015 sono stati fatti 120mila lanci di nuovi cosmetici nel mondo, 61mila dei quali in Europa, mentre solo 10mila in Nord America. Su tutti i lanci, risulta in calo il claim di comunicazione sui valori del bio/naturale, mentre crescono quelli legati agli effetti lunga durata, a risultati illuminanti, e alla velocità di uso e di performance. In particolare, l’export dei prodotti bio italiani cala in Usa, ma questo potrebbe anche essere il segno di una raggiunta maturità della domanda statunitense.