Dopo un 2015 che è stato archiviato con un giro d’affari a oltre 10 miliardi di euro (di cui 6,2 miliardi di euro generati in Italia, e 3,8 miliardi all’estero), le imprese della bellezza nella Penisola si apprestano a un’ulteriore crescita del 5% nel 2016. Sono le proiezioni sull’andamento del sell-in anticipate da Cosmetica Italia, che saranno approfondite nell’assemblea congiunturale del 21 luglio. Secondo le stime dell’associazione che raggruppa le aziende beauty del Belpaese, le vendite nei canali tradizionali cresceranno del 2% (erano aumentate dell’1,8% nel 2015) e si attenua il calo dei canali professionali, attestandosi a -1,5% (era -2,4% l’anno scorso). Rallenta, invece, l’export, che continua ad avanzare a doppia cifra (+10%), ma non più così in corsa come aveva fatto l’anno precedente (+14,3%). Stabile la crescita del fatturato realizzato in Italia, che progredisce dell’1,5%, stessa percentuale registrata nel 2015. In conclusione, il fatturato globale delle aziende cosmetiche cresce, ma con un punto percentuale inferiore rispetto all’incremento del 2015, che era stato del 6 per cento.
Riguardo al primo semestre 2016, le stime di Cosmetica Italia sul mercato interno vedono una riduzione della crescita dei consumi in profumeria (+0,6%) rispetto all’intero 2015 (+0,9%), e viceversa un leggero aumento degli acquisti in farmacia (+1,6% nel semestre 2016 e +1,5% nel 2015), con un balzo in avanti del terzismo (+3,8% nei sei mesi di quest’anno e +3% nel 2015). Considerando lo storico dei consumi in Italia, la profumeria nel 1976 occupava una quota del 30,9% sul totale consumi, scendendo nel 2006 al 25,8% e attestandosi nel 2015 a 19,9 per cento. Strada inversa invece per la farmacia, che nel 1976 soddisfaceva il 12,2% dei consumi, nel 2006 il 13,9% e l’anno scorso ha rimontato al 18,6 per cento.