“Un esempio virtuoso di multifunzionalità in agricoltura: una parte dei sottoprodotti delle aziende agricole lombarde, nel caso concreto, di un’azienda vitivinicola biologica, la Barone Pizzini di Franciacorta, viene valorizzata per essere impiegata nell’ambito della filiera cosmetica, rappresentata a livello di eccellenza internazionale dal Polo della cosmesi di Crema”. Lo ha spiegato l’Assessore regionale lombardo all’Agricoltura Gianni Fava, in merito al primo progetto concreto di filiera agrocosmetica green a km zero, presentato lunedì in Regione, in cui la vitivinicoltura è protagonista.
“E’ nata ufficialmente una nuova filiera – ha commentato Ettore Prandini, presidente dell’Istituto Sperimentale di Ricerca Lazzaro Spallanzani – che mira a realizzare sinergie concrete tra scienza, ricerca, agricoltura e cosmesi, per soddisfare le esigenze crescenti del consumatore rispetto a prodotti sempre più sani e sicuri ma anche per fornire nuove prospettive di crescita e sviluppo per tali comparti”.
L’iniziativa di ricerca e conseguente applicazione in ambito cosmetico è frutto della collaborazione con l’Istituto sperimentale di ricerca Lazzaro Spallanzani di Rivolta d’Adda (Cremona) e il Polo tecnologico della cosmesi di Crema. Qualche azienda cosmetica si è già fatta avanti, dimostrando interesse, “anche se a oggi non c’è ancora un partner”, ha detto Marina Montedoro, direttore dello Spallanzani, sottolineando che “ai primi del 2016 avremo le risultanze delle attività di laboratorio, che saranno concluse entro il 2015”. Con un sistema in grado di mantenere attivi i principi biologici, dai sottoprodotti della vite si potrà estrarre un pool di fitocomplessi ad alto valore nutraceutico per la pelle, riducendo al minimo l’impiego di solventi.